IL RIGORE DELLA LEGGE – TPO, un altro mostro da combattere per l’UEFA

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    il rigore della leggeAltra puntata de “Il Rigore della Legge”, rubrica esclusiva di RomaGiallorossa.it a cura di Iusport e di Francesco Casarola.

    La UEFA si interroga e propone di abolire il TPO, meglio conosciuto come il coinvolgimento di fondi d’investimento sulla “cartellino” di un calciatore. Eccovi una breve disamina del Dott. Francesco Casarola

    Che cos’è il TPO (Thirdy-Party Ownership)?

    Il Thirdy-Party Ownership è la proprietà di terze parti sul “cartellino” o “tesseramento” di un calciatore. In breve una società o un fondo d’investimento hanno una percentuale sui diritti economici di un determinato tesseramento di un calciatore. Questo fenomeno è venuto alla ribalta con il caso Tevez-Mascherano (trasferiti dal Corinthias al West Ham attraverso un fondo d’investimento; ecco un nostro post di qualche mese fa Tevez ed i fondi d’investimento nel calcio.)

    Questa pratica ha avuto terreno fertile in Sudamerica, in Brasile il 90% dei calciatori è collegabile al TPO.

    La posizione dell’UEFA e della FIFA?

    La Confederazione delle Federazioni di calcio Europeo è sempre più decisa nel voler mettere fine a questa pratica. Volendo creare un periodo di transizione all’interno del quale applicare questa nuova normativa in modo graduale per 3 o 4 anni.

    La UEFA tramite il suo Segretario Generale Infantino ha fatto emergere le criticità di questo sistema:

    • Questioni di natura etica e morale (“E’ giusto che una terza parte detenga i diritti economici su una perona e possa di fatto commercializzarli? (…) i calciatori devono avere il diritto di scegliere in autonomia il proprio futuro”)

    • Proteggere l’integrità della competizione sportiva(“Che cosa accadrebbe se una scoeità terza detenesse i diritti sui cartellini di giocatori che militano in club diversi? Il rischio di un conflitto di interessi sarebbe evidente”)

    • Modello di instabilità contrattuale e perdita di ricavi a lunga scadenza(“Il modello economico che le terze parti mirano a introdurre e che prevede un cambio di casacca frequente per i giocatori”)

    • Autosufficienza economica dei club (“Questo tipo di pratica è del tutto estranea dalla filosofia economica e sportiva del fair play finanziario, che prevede l’autosufficienza economica dei club”)

    La FIFA non ha ancora preso una posizione ufficiale in merito a questa problematica, mentre l’UEFA oltre a definire i punti di criticità ha proposto una soluzione. Infatti uno dei primi atti della Federazione Europea sarà in riferimento al FFP (Fair Play Finanziario), non sarà un vero e proprio divieto di TPO ma una serie di regole che vogliano incentivare alla trasparenza.

    Le altre nazioni come hanno regolamentato il TPO?

    Come si comportano le Federazioni Nazionali del Calcio? Bisogna distinguere le nazioni che hanno proibito con una regolamentazione ad hoc. Sono tre le nazioni che hanno vietato il TPO:

    • Inghilterra inserendo le norme L37 e L38..

    • Francia inserendo nel regolamento sportivo l’art. 221.

    • Polonia.

    Le altre nazioni che fanno parte dell’UEFA sono obbligate ad ottemperare all’art. 18 bis del Regolamento Status e Trasferimenti dei Calciatori FIFA, all’interno del quale si vieta l’influenza di terzi nelle società sportive.

    Per chi vuole approfondire segnaliamo:

    Pubblicazione dell’associazione delle Leghe di Calcio Professionistico:

    http://epfl-publications.com/slb10/index.html

    Alcuni post interessanti sono visitabili sul sito Tifosobilanciato.it:

    http://tifosobilanciato.it/2013/04/03/ancora-sulla-tpo-uninchiesta-di-bloomberg-evidenzia-le-ragioni-del-suo-successo-50-di-ritorno-sullinvestimento/

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