Il rigore dell’arroganza

Il rigore dell’arroganza

SHARE

ROCCHI CIRCONDATO juve roma 3 a 2

A cura di Francesco Oddo Casano

Quando ho detto a Rocchi che avevamo visto le immagini nell’intervallo e i rigori non c’erano, lui mi ha risposto che i rigori c’erano al 1000 per 1000” E’ sconsolato, deluso, amareggiato Francesco Totti a fine partita, l’ennesima gara, nel corso della quale ha prevalso l’arroganza, la voglia di stravincere a tutti i costi, nella quale chi è più forte realmente e sostanzialmente, poi nella forma è costretto a tornare a casa con una sconfitta cocente, perché un arbitro – in questo caso Rocchi di Firenze – decide di salire in cattedra, stagliandosi al di sopra dei calciatori e dei rispettivi gesti tecnici, condizionando il match dal primo all’ultimo secondo.

Inutile ripetere la serie di ‘orrori’ arbitrali che hanno palesemente e “scientificamente” – alias Walter Sabatini – falsato la madre di tutte le partite: si signori, perché Juventus-Roma, per chi ancora non se ne fosse accorto, è tornata ad essere la madre di tutte le partite, visto e considerato lo scialbo tenore tecnico del campionato e la pochezza delle restanti 18 squadre che vi partecipano.

Un film già visto, con una pellicola in bianco e nero che non ammette sfumature di altri colori: non sono i due rigori regalati, non è il gol irregolare del 3-2 perché viziato da un palese fuori gioco, è tutto ciò che c’è intorno nel pregara, nel durante e nel post gara che ci consegna l’immagine di uno show preparato per celebrare la squadra che “deve” vincere a tutti i costi.

Come è possibile consentire la realizzazione di una coreografia nella quale si rivendicano per l’ennesima volta due scudetti revocati da una sentenza passata in giudicato? Come è possibile consentire ad un dirigente iscritto alla Federazione Giuoco Calcio come Beppe Marotta, di affermare che la Juve “ha pagato in passato per colpe non sue, avendo conquistato sul campo meritatamente quei due scudetti”? Come è possibile assistere a scene da far west sugli spalti, con tifosi che sputano, insultano, tirano oggetti verso i calciatori avversari seduti in panchina? Come è possibile permettere a Leonardo Bonucci di rincorrere l’arbitro per far ammonire Totti, che segna il gol del pareggio e va ad esultare sotto il settore ospiti?

La risposta a queste domande, apparentemente retoriche, risiede in un’unica parola: arroganza. La Juventus è portatrice sana di questo modus operandi, fatto di intimidazione in campo e fuori dal campo, di estremismo all’ennesima potenza. La Juventus vince 22 partite casalinghe consecutive, perché a casa loro se alzi la testa vieni abbattuto, come è accaduto alla Roma ieri sera, unica squadra che in questo triennio ha dimostrato di essere notevolmente superiore all’avversaria.

“Ogni volta che giochiamo queste partite succede sempre qualcosa, nel dubbio gli arbitri fischiano sempre a loro favore, quando è al contrario il dubbio resta tale” una frase semplice ma efficace che ieri sera, tra le altre, il capitano della Roma ha pronunciato, anzi quasi urlato, ai microfoni delle varie televisioni “Tutta Italia ha visto ciò che è accaduto, giocassero un campionato a parte”. Alzi la mano chi tra i tifosi della Roma e tra i tifosi onesti di altre squadre seduti davanti alla tv ieri pomeriggio, a fine gara non avrebbe affermato i medesimi concetti.

LA SVIOLINATA DI GARCIA...(fotoTedeschi)Sarebbe ingiusto oggi soffermarsi su alcuni errori commessi sotto porta dai giallorossi nel momento in cui la Juventus sembrava cadere in terra tramortita dall’uno due romanista, perché la sensazione chiara emersa dalla gara di ieri è che se anche Gervinho avesse segnato quel gol del 3-1, la partita in un modo o nell’altro sarebbe stata riportata sui binari come minimo della parità.

La rabbia e la delusione del giorno dopo sono sentimenti che muovono l’animo negli attimi successivi e immediati alla consapevolezza di aver subito un torto, poi però questo ardore deve trasformarsi in voglia di rivalsa, nella voglia di superare l’ostacolo nonostante tutto, nella forza mentale e nell’orgoglio di un gruppo che sta dimostrando all’Italia intera chi è realmente la squadra più forte, e di sicuro questa non veste le casacche bianconere.

NO COMMENTS

Comments are closed.