Il soldato di Mourinho

Il soldato di Mourinho

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Un sodalizio che ha cambiato la storia. In primis della Roma e di conseguenza anche di José Mourinho e Lorenzo Pellegrini, i due volti più rappresentativi del primo anno da romanista dello Special One coinciso con il trionfo in Conference League. Fin dal primo giorno a Trigoria il tecnico ha lanciato segnali chiari dentro e fuori lo spogliatoio per sottolineare l’importanza del capitano all’interno del gruppo, investendolo del ruolo di leader più di quanto non lo fosse già. Mourinho si è rivelato una figura chiave nella maturazione definitiva di Pellegrini, che sotto la guida del portoghese si è caricato la squadra sulle spalle nei momenti più delicati.

Come scrive il Tempo, anche sul rinnovo ufficializzato lo scorso ottobre – arrivato dopo una trattativa durata quasi un anno- c’è lo zampino del portoghese, che anche prima della fumata bianca si era detto certo della permanenza del numero 7 spendendo parole importanti. Un accordo fondamentale per il club, che si è legato al suo capitano fino al 2026 mettendolo al riparo dagli assalti dei top club europei.

Qualche offerta è stata già recapitata al suo entourage ma il giocatore non l’ha nemmeno presa in considerazione. La volontà di Pellegrini infatti è quella di continuare a crescere vicino allo Special One. Il classe ’96 è il primo ad essere consapevole dell’importanza di Mou nel processo di crescita dell’intero club, che l’allenatore sta contribuendo a proiettare in una dimensione sempre più internazionale: «Mourinho è esattamente quello di cui la Roma, i giocatori, i dipendenti, lo staff e i tifosi avevano bisogno. Penso che sia la persona perfetta al momento giusto».

A pensarla come Pellegrini sono anche i tifosi, che già prima del successo in Conference avevano eletto il portoghese nell’Olimpo dei più grandi allenatori della storia giallorossa. Per sognare ancora e provare replicare il prima possibile serate come quella di Tirana, lo Special One ha chiesto uno sforzo alla società in modo da continuare ad alzare il livello di competitività della squadra. E Tiago Pinto sta provando ad accontentarlo.

Il general manager, che dal Portogallo continua a portare avanti trattive in entrata e in uscita, ha ormai chiuso per Matic. Il serbo è atteso nella Capitale tra lunedì e martedì per svolgere le visite mediche e firmare il contratto che lo legherà alla Roma per almeno una stagione. Adesso sul radar di Pinto sembrano esserci Guedes e Celik oltre a Solbakken, con cui è stato già trovato un accordo (manca sempre quello con il Bodo). Anche con il terzino del Lille c’è un’intesa per un ingaggio da 2 milioni a stagione e si attende che la società francese abbassi le pretese.

Situazione diversa invece per Guedes: per lasciarlo andare il Valencia parte da una richiesta di 40 milioni e Gattuso non vorrebbe perderlo (ma i due hanno lo stesso procuratore). L’attaccante però sembra già proiettato al futuro e, dal ritiro del Portogallo, lancia messaggi chiari alle sue pretendenti: «Non so se in questo momento voglio restare al Valencia. Ho un contratto per altri due anni ma se ci fosse una situazione migliore per me per il club, allora dobbiamo pensarci». A curare gli interessi del classe ’96 è la Gestifute di Jorge Mendes. Dettaglio che potrebbe agevolare (e non poco) un’eventuale trattativa.

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