Il Vangelo secondo Luciano

Il Vangelo secondo Luciano

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«Dona a chi ami ali per volare, radici per tornare e motivi per rimanere». Parole del Dalai Lama, incarnazione perfetta del messaggio preso, racchiuso e consolidato da Luciano Spalletti, uno degli “acquisti” del calciomercato di gennaio migliore che si ricordi. Dalla Russia con amore. Eccole le radici di Lucianone. Tornato per completare quello che aveva cominciato, tornato dopo che nel 2005 aveva scoperto l’amore, quello vero. 34 punti nelle prime 19 giornate Garcia, 29 punti nelle 12 successive l’ex Zenit. Questo non per screditare Garcia, personalmente sempre difeso, ma per certificare il cambio di rendimento degli stessi giocatori. Ed è qui che ritorniamo al primo punto. Luciano parte II è stato subito chiaro: “Se non avete voglia di camminare quella è la porta. Con me si deve volare”. Quasi tutti si sono messi al seguito del mister, spiccando il volo. Chi non se la sentiva ha lasciato la truppa, ma ne sono arrivati altri, che voglia di toccare il cielo ne avevano davvero tanta: El Shaarawy e Perotti, forse non due top player, ma due giocatori che hanno cambiato il volto tattico della Roma e che finora hanno garantito una continuità di rendimento impressionante. Infine arriviamo ai motivi per rimanere. Su quest’aspetto si possono aprire due varchi: uno riguarda Francesco Totti, il secondo riguarda tutti gli altri. Con il capitano Spalletti ci ha parlato tante volte, ha fatto capire quali sono le sue volontà, quale il suo possibile utilizzato, quantificando la sua utilità nella prossima Roma. Fatto questo, si è tirato giustamente fuori dalla contesa: vedetevela tu e il presidente Pallotta. Lo stesso dovremo iniziare a far tutti, tirarcene fuori e aspettare il verdetto finale, perché le nostre opinioni tattiche e sentimentali valgono zero. Tornando al resto della squadra, il discorso va associato alle dichiarazioni recenti di Pjanic e Nainggolan, che non hanno escluso la possibilità di una partenza in caso di offerte prestigiose. Anche in questo caso il tecnico di Certaldo è stato chiaro: “Non freniamo le voglie e le ambizioni di nessuno. Se qualcuno preferisce andare non sarà trattenuto”. In poche parole, chi ha voglia di restare per provare a vincere ben venga, chi lo fa contrariato è libero di partire. Frasi che non sono di rimprovero per i due, ma di libertà sotto l’aspetto mentale. La motivazione deve essere alla base di tutto.

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Spalletti è stato il magnifico condottiero anche contro la Lazio, impostando un match tatticamente perfetto, regalando un altro capitolo superbo a quei tifosi che li sostenevano incessantemente. No, non quelli dell’Olimpico, ma quei 3000 e oltre che erano a campo Testaccio, a gettare per l’ennesima volta il cuore oltre l’ostacolo, oltre le barriere. Da chi quel nome lo porta in alto con gloria da 89 anni. Perché sono passati 1040 giorni e rotti da quella maledetta ultima volta, ma quello stemma splende ancora e più di prima.

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