Il WWF e lo stadio: il Flaminio ipotesi da sostenere

Il WWF e lo stadio: il Flaminio ipotesi da sostenere

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La musica non cambia ma spesso stona, e due vicende annose sembrerebbero in questi giorni aver trovato il loro giusto naufragio. Lo stadio della Roma è stato ipotizzato in un posto che una urbanistica normale non avrebbe mai preso in considerazione; ma per difendere questa proposta, avanzata da un privato, le amministrazioni comunali di Roma si sono dichiarate disponibili a concedere varianti per centinaia di migliaia di metri cubi, a chiudere gli occhi su decine di arresti, a condurre due diligence dichiarate assolutorie ma mai rese interamente pubbliche, accettato passaggi di mano di ben dubbia moralità istituzionale. Il 21 novembre si scopre una ulteriore nudità – i suoli sono pignorati – e il nuovo partner intende volgere lo sguardo altrove, anche a quello stadio Flaminio che – a precise condizioni – potrebbe evitare circa 80 ettari di consumo di suolo sulle sponde del Tevere; ma si ripropone anche il cadavere eccellente della Vela di Calatrava, non pago delle già ingenti risorse mal spese e che ragione vorrebbe facesse la fine delle consorelle Vele di Scampia. In Regione Lazio non va meglio, e il Piano Paesaggistico approvato nell’aprile 2020, è stato annullato dalla Corte Costituzionale (18 novembre) perché molto differente da quello concordato con il ministero dei Beni Culturali; naturalmente, ad essere manomesse sono state le norme più stringenti di tutela. In questo quadro desolante dovremmo rassegnarci? Non se ne parla nemmeno, perché Roma è i suoi cittadini, e dai cittadini vengono segnali incoraggianti. Nella città immobilizzata dal lockdown, migliaia di romani hanno potuto toccare con mano il valore esistenziale e spirituale della Natura in città, apprezzare l’aria senza smog, udire il canto degli uccelli, delle foglie e talvolta dell’acqua. Non è poesia né ingenuità; è la realtà che molti europei vivono, quella di città economicamente robuste, inclusive ed efficienti ma che nel contempo offrono ai cittadini parchi grandi e piccoli, che ospitano habitat naturali e seminaturali, che garantiscono la loro accessibilità a piedi o in bici. Nel luglio 2019 è stato istituito il London National Park City, primo parco nazionale urbano del mondo, e perché non potremmo proporlo anche a Roma? Il WWF – che ogni anno promuove l’iniziativa Urban Nature – vuole questo futuro, e quindi agiremo per studiare, per far conoscere, per rendere solido, permanente e accessibile il patrimonio di biodiversità di Roma, che ospita oltre il 20% delle specie floristiche e faunistiche italiane. Agiremo per un New Green Deal urbano che offra opportunità, esperienze, impegno per i cittadini. Noi siamo Natura, e Roma merita una urbanistica normale.

(Corsera – A. Filpa, Delegato WWF Lazio)

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