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Juventus, il documento con i conti in nero: 8 milioni a favore degli agenti “spariti” dal bilancio

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La prima ammissione è del ds Federico Cherubini: “Sì, sono a conoscenza di questa pratica”. La “pratica” consisterebbe in “mandati artificiali” agli agenti per appianare debiti maturati in anni precedenti.

“Contabilità in nero della Juventus“, scrivono i pm a commento di un documento excel (sequestrato negli uffici del club) dal quale emergerebbe in maniera plastica l’esposizione debitoria della società, al 25 gennaio 2020, per 8 milioni di euro a favore degli agenti. Denaro di cui non vi sarebbe traccia nei bilanci.

“Tu lo sai che cosa c’ho pendente ancora in ballo? C’ho 450 mila per aria di due anni fa! Devo sistemare quelli e Giorgio (Chiellini, ndr) lo sa“, spiega Davide Lippi (titolare della Reset Group e non indagato) a Cherubini il 27 luglio 2021. Tre giorni dopo insiste: “… sono due anni che sto aspettando di mettere a posto i soldi vecchi… cioè l’operazione di due anni fa di Spinazzola”.

Come scrive il Messaggero, il primo agosto il ds riferisce ad Andrea Agnelli che ribatte: “… di fatto dico, che ha fatto? Niente. Ha fatto una telefonata a Spinazzola“. Il debito, stando alle indagini della guardia di finanza, sarebbe maturato nel 2019 con il trasferimento di Spinazzola alla Roma e il conseguente acquisto di Pellegrini. Ma dai contratti di mandato risulta che il club si sia avvalso non della Reset Group, ma della GG11 di Gabriele Giuffrida.

Il 16 agosto 2021, Stefano Bertola, capo dell’area business, commenta: “… questi rinnovano Chiellini e scopri che c’è… si parla di una procura a Lippi per 300 mila euro… non sapete che fatica si fa a far fare 300 mila euro di margine no? Non sapete la fatica che si fa e li volatilizzate così per uno che non… non ha fatto niente…”.
Rapporti “opachi” (ma non contestati) sia sotto “il profilo patrimoniale che sportivo”, sarebbero stati ricostruiti negli accordi con Mino Raiola. E con altri agenti: tra loro Giuffrida, Giorgio Parenti, Giuseppe Galli e Silvio Pagliari (non indagati). Sono 22 le fatture “inesistenti” (dal 2018 al 2021) contestate per un valore “fittizio” di quasi 2 milioni di euro.

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