L’ultimo derby dell’era Sensi: comunque vada si chiude un’epoca

L’ultimo derby dell’era Sensi: comunque vada si chiude un’epoca

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IL CORRIERE DELLA SERA – Quello di oggi pomeriggio sarà l’ultimo derby di Rosella Sensi alla presidenza della Roma. La cordata bostoniana guidata da Thomas R. DiBenedetto è in arrivo, anche se non sono mancate le «ultime raffiche» (leggi: Sawiris e i misteriosi tedeschi). Si chiude un’epoca e non mancheranno i simboli. Se non ci saranno sorprese dell’ultima ora, nove degli undici titolari della Roma sono uomini che hanno fatto parte dell’epopea giallorossa di Luciano Spalletti: Doni, Juan, Mexes, De Rossi, Pizarro, Taddei, Perrotta, Vucinic e Totti.
I «nuovi» sono Nicolas Burdisso (ma perché Cassetti è assente per squalifica) e Riise (ma perché Tonetto si è ritirato per fare, molto bene, l’opinionista in radio. Altrimenti avrebbe giocato sicuramente lui). È un gruppo usurato che, nella partita più sentita, può trovare l’occasione per chiudere dignitosamente dopo una stagione orribile. Dovrebbe essere «spallettiano» anche il modulo, quel 4-2-3-1 che Montella ha riportato in voga dopo mesi e mesi di 4-4-2 con il centrocampo «a rombo» firmato Claudio Ranieri. Non c’è dubbio che al 4-2-3-1 siano legate le pagine più belle della Roma degli ultimi anni (le vittorie di Madrid e Lione, il 6-2 nella finale di Coppa Italia contro l’Inter…), ma la storia del derby dice anche che la Lazio non l’ha mai sofferto troppo, trovando semmai più difficoltà contro Ranieri, che imbottiva di incontristi il centrocampo e magari piazzava Menez come trequartista. La grande domanda romanista è proprio questa: Montella giocherà — e quando — la carta del francese? Incostante, certo. Incapace di mantenere la stessa concentrazione per 90’, sicuro. Però talentuoso e adatto alle grandi sfide. Quelle da vincere a tutti i costi. Menez, con i suoi 23 anni, è l’unico «giovane» della rosa romanista ad aver giocato in campionato con continuità (1.350 minuti, ma con Montella solo 48). Poi si sale subito ai 27 anni di De Rossi e Vucinic e ai 28 di Borriello. Vincenzo Montella, alla vigilia, ha risposto con secca gentilezza che non intende più rispondere a domande sulla preparazione atletica della squadra e sulla sua età media elevata. Ha ragione: dire pubblicamente che la tua squadra è vecchia e logora non rinfresca la carta d’identità e lascia, semmai, la sensazione di volere scaricare le responsabilità, cosa che Montella non ha mai fatto, né da giocatore né da allenatore. È un dato statistico, però, che a Donetsk, nell’ottavo di finale di Champions League, lo Shakthar avesse un’eta media di 24,6 anni e la Roma di 29,7. Cinque anni, per uno sportivo professionista, valgono come per l’età di un cane. Il derby di oggi, per moltissimi giocatori della Roma, è una specie di «sporca ultima meta» . E poi, agli yankees, servirà molto lavoro per ricostruire sia la società che la squadra.

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