La Roma riconquista i suoi tifosi

La Roma riconquista i suoi tifosi

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CORRIERE DELLO SPORT – R. MAIDA – Era cominciata con gli insulti, è finita con una festa incantevole. Totti sotto la Curva Sud a gioire con il ciuccio in bocca. Luis Enrique a saltare in panchina come non aveva mai fatto in sette mesi di serie A. La faccia tetra di Heinze, il grande escluso, che esplode di orgoglio nell’abbraccio a Osvaldo. La strana notte dello stadio Olimpico ha accompagnato fragorosamente l’umore della squadra. Depressa e incavolata dopo il crollo di Lecce, felice e libera per uno scontro diretto arraffato al minuto ottantasei.

LA PROTESTA –  Non era mai successo che la nuova Roma fosse fischiata dalla curva prima che il pallone rotolasse sul campo. Non molte settimane dopo il famoso striscione  «Mai schiavi del risultato» , la gente ha discusso l’utopia importata da Franco Baldini. Era una contestazione organizzata: nel momento in cui i giocatori sono entrati per il riscaldamento, a un’ora dalla partita con l’Udinese, è partito il concerto di disapprovazione. (…)
NEL MIRINO –  All’annuncio delle formazioni, è stato anche peggio. Di solito lo speaker incita i tifosi urlando il nome di battesimo del calciatore, a cui il coro unanime risponde con il cognome. In questo caso, alla parola  «Maarten» il popolo ha replicato con i fischi. E allora l’altoparlante ha elencato i cognomi dei giocatori, per i quali si sono sollevati altri fischi. Sotto accusa, in particolare, Kjaer e Josè Angel, indicati come i principali colpevoli di una stagione difficile. Ma il boato più forte si è sentito al turno di Luis Enrique. Una rottura assolutamente sorprendente, per quanto si era visto in questi mesi. (…)
L’AMAREZZA –  Walter Sabatini, interpellato prima del fischio d’inizio, ha commentato quello che ha visto senza criticare i tifosi. Anzi, ha teso loro una mano:  «I fischi ci rattristano un po’ ma è una situazione del tutto normale. La gente è delusa, venivamo da una partita non giocata benissimo. Anche noi abbiamo questo stato d’animo ma non possiamo fischiare. Ora dobbiamo scuoterci, l’allenatore sa come uscire da questa situazione» .
LA REAZIONE –  Era abbastanza vero. La Roma in questo caso era presente, carica, aggressiva. E in pochi minuti, anche prima dell’1-0, ha riportato lo stadio dalla sua parte. Il pubblico ha dato fino alla fine il suo contributo, ignorando lo  «zitti, zitti» di Osvaldo e spingendo i giocatori a battere l’Udinese. Poi il destino ha scelto il suo messaggero di allegria. Non può essere casuale che a ricompensare la passione romanista sia stato Francesco Totti.

 

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