La Roma si regala il podio: adesso aiutate Fonseca

La Roma si regala il podio: adesso aiutate Fonseca

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Nordista Romanista di Pino Vaccaro

E adesso aiutate Paulo Fonseca. Lui il suo lo sta facendo. Roma terza in classifica a Natale, una sorpresa grossa come l’Empire State Building. Se non ci fosse il Milan capolista a rompere ogni equilibrio e pronostico della vigilia, la Roma oggi sarebbe celebrata come la più grande novità di questa stagione. A Milano la favola rossonera sta incantando tutti: roba da stropicciarsi gli occhi dalla meraviglia, una mirabilia che sta scompaginando e alterando molti giudizi sulle squadre che la seguono in classifica. Sí perché oggi la Roma è terza, in piena bagarre per un posto in Champions League. Inimmaginabile per i soloni della Roma al massimo da settimo posto. Personalmente non c’ho mai creduto: rosa buona, non profonda, non certo costruita per primeggiare, ma neppure per veleggiare nei mari poco entusiasmanti dell’Europa League. La Champions è il porto sicuro nel quale la Roma deve attraccare, ma prima di poterlo fare servirà un grande sforzo perché gli avversari sono forti e numerosi. Qualcuno è anche più attrezzato ed è un particolare di non poco conto che non va dimenticato. E qui arriva l’uomo piovuto dal Mozambico. Adesso bisogna aiutarlo. Il mercato di gennaio è la prima opzione da percorrere se si vuole stare al passo con le altre. La Roma non ha una rosa da settimo posto, ma neppure da terza posizione. Questo bisogna dirlo con onestà. Non tanto negli undici di partenza, quanto nei 15-16 che normalmente, con i 5 cambi a partita, scendono in campo. Fonseca, in versione Babbo Natale, il suo regalo lo ha già fatto, ma adesso tocca alla società indossare cappello e barba bianca per consolidare le ambizioni della squadra. È come se il mozambicano avesse presentato idealmente la sua letterina dei desideri, senza dire nulla, senza pretendere niente. Ma se lo merita indubbiamente. Serve uno sforzo  concreto in sede di mercato per non congelare le ambizioni tramutandole in illusioni.

La questione del portiere resta prioritaria: Mirante continua a non essere affidabile fisicamente e Pau Lopez evidentemente non riempie di certezze la testa di Fonseca. Il portiere toglie o aggiunge punti a una squadra: figuriamoci quanto possa pesare il suo rendimento in una situazione di clamoroso equilibrio come quello che regna in zona Champions. Ecco un portiere affidabile innanzitutto. E poi c’è da ampliare una rosa con pochissime scelte autentiche per il mister. In mezzo al campo si viaggia con Veretout, Pellegrini e Villar. Se Diawara non rappresenta più un’alternativa credibile lo si venda e lo si sostituisca con un giocatore funzionale al progetto di Fonseca. Nessuna promessa futuristica però: i rinforzi devono essere giocatori già pronti per l’uso altrimenti è anche inutile parlarne. Giovane e di prospettiva può essere il terzino che potrà crescere dietro alla rombante locomotiva di Rotterdam, ma gli altri non possono essere progetti tecnici a lunga scadenza. E poi un giocatore d’attacco esperto che si aggiunga a Mkhitaryan e a Pedro, ultimamente un po’ appannato. Fonseca si è guadagnato sul campo come un vecchio comandante in missione gli aiuti di nuove truppe. Mandiamogliele senza remora alcuna. Se le merita senza dubbio. Dalla panchina purtroppo si ricava poco o nulla. Bisogna aggiungere qualità e personalità per non finire sott’acqua come nei 10 minuti in cui il Cagliari ha prodotto il massimo sforzo mettendoci alla frusta come in un allenamento di Zeman sui gradoni. Ma chi vince ha sempre ragione. Fonseca ha vinto? Ha ragione lui e adesso aiutatelo.

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