La Roma va all’attacco con la meglio gioventù

La Roma va all’attacco con la meglio gioventù

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GAZZETTA DELLO SPORT – A. CATAPANO – Luis Enrique in piccionaia, per godersi lo spettacolo, come a teatro. Dalla torretta che ospita la postazione di Roma Channel, può guardare meglio i movimenti dei suoi ragazzi. E lustrarsi gli occhi: i rossi battono i gialli 6-1, con doppiette di Bojan e Osvaldo e reti di Politano e Ricci, due dei baby promossi tra i grandi per colmare le assenze dei nazionali.

L’unico gol dei gialli lo segna Erik Lamela, sfruttando un assist di Borriello. Bene, Luis Enrique applaude, ora può tornare sulla terra e coccolarsi il piccolo argentino, finalmente. La partitella in famiglia è stata organizzata apposta per lui ed è servita a fugare gli ultimi dubbi: Lamela c’è. La caviglia non fa più male, le gambe cominciano a girare, il morale è salito. Il derby lo aspetta. Fantasticare «E io spero proprio di poterlo giocare — racconta l’argentino in un’intervista concessa al sito ufficiale del River Plate —. Ho recuperato dall’infortunio alla caviglia, ma il mister vuole che sia al 100%, lo ritiene fondamentale. Mi ha detto di non accelerare i tempi, perché il mio momento arriverà». E nel frattempo il ragazzo fantastica con la mente, quasi come fa in campo. «Il mio ruolo? Posso giocare come centrocampista di sinistra, attaccante a sinistra o a destra, o vicino il regista ma un po’ più avanzato. Nel River ho giocato spesso come trequartista, ma qui c’è Totti quindi è più difficile».

A conferma che ormai è anacronistico dare del centravanti al capitano romanista. Ma proprio Totti — che lui definisce «un fenomeno, una persona meravigliosa. Appena sono arrivato a Roma è stato uno dei primi ad accogliermi» — può liberare una casella per l’argentino. Se non riuscirà a smaltire in tempo per la Lazio la lesione muscolare alla coscia, sarà più facile vedere Lamela in panchina, comunque al primo atto della sua nuova vita. «I miei sogni in questo momento sono due — chiosa Lamela —: esordire in serie A e festeggiare il ritorno del River nel massimo campionato argentino». Per come stanno andando le cose, sono entrambi probabili. Folleggiare E le cose hanno preso un’altra piega anche per Osvaldo e Bojan. Personaggi così diversi, come i percorsi che li hanno portati qui, l’uno circondato di scetticismo, l’altro carico di gloria, ma oggi ugualmente felici, toccano il cielo con un dito: l’italoargentino a suon di gol e mitraglie è volato in Nazionale — e dedica la «realizzazione di questo sogno a tutti i tifosi giallorossi» —; lo spagnolo è uscito dal guscio e giura di essere tornato il campioncino del Barcellona. «Il gol mi ha sbloccato, mi ha tolto un peso — racconta il folletto magico al Mundo Deportivo —, è stato bello segnarlo sotto la curva Sud, davanti a quei tifosi che fin dal primo giorno mi hanno fatto sentire a casa, nonostante le mie difficoltà di ambientamento». Imputabili — prosegue — Bojan — al fatto che «a Barcellona c’era una specifica filosofia, io ero vicino a casa, con la mia gente, e improvvisamente mi sono trovato in un nuovo club, con una cultura diversa e un nuovo allenatore. Ma, ripeto, ora a Roma mi sento amato e protetto, come a Barcellona, ma qui il tifo è ancora più caloroso». Per sempre? E chissà che alla fine pure lui non si innamori di Roma… «Potrei tornare al Barcellona, o a Linyola, la mia città. Ma potrei anche restare a Roma per una vita… chi può dirlo? Io vivo giorno per giorno». E domani, come diceva il poeta, beato chi c’ha un occhio.

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