La Samp in vendita: spunta un fondo americano con l’ombra di Pallotta

La Samp in vendita: spunta un fondo americano con l’ombra di Pallotta

SHARE

Emerge la figura di James Pallotta come possibile ipotesi per la futura proprietà della Sampdoria. Non c’è nessuna traccia certa in nostro possesso, solo indiscrezioni, ma non sarebbe una sorpresa vederlo comparire a capo della cordata che, secondo gli auspici del Cda, dovrebbe rilevare la Sampdoria entro il 2022. Negli ambienti di Wall Street non hanno dubbi: un italo americano sarebbe il “dominus” dietro all’unica due diligence in corso, attivata, non a caso, dopo l’arrivo dell’advisor Lazard. […]

Come riporta repubblica.it, non ci sono prove, ma esistono indizi concreti: l’ex patron della Roma vuole tornare nel calcio italiano, anche per una rivincita personale. Si era interessato al Palermo, dove l’advisor era Lazard, lo stesso della Samp, ma i rosanero sembrano destinati ad entrare nell’orbita City Football Group, la galassia calcistica dominata dallo sceicco Mansour, altro mondo che sta cercando una diversificazione e guarda con interesse all’Italia, come dimostra il recente tentativo di acquisizione del Milan da Investcorp, il fondo d’investimento sovrano del Bahrein.

Nel progetto a Roma di Pallotta era centrale lo stadio e a Genova c’è la possibilità di ottenere velocemente la gestione o la proprietà, il Comune non aspetta altro, ed eventualmente di pianificare una seconda struttura, utilizzando aree portuali. Serve ovviamente lavorare con il Genoa, ma esiste già un rapporto consolidato. “Ho un amico che ha comprato il Genoa” ha rivelato di recente. In più non è un mistero la base di Pallotta è a Boston, ma la sua seconda città è Miami, ovvero la sede dei 777, dove ha tantissimi contatti. Non ultimo, Franco Baldini, padre di Mattia, responsabile scouting blucerchiato, da sempre un suo consigliere personale.

Il tycoon ha grande voglia di rivincita. L’ultimo anno nella capitale è stato disastroso, ma ad agosto del 2020 ha venduto per quasi 600 milioni a Friedkin. Il sogno giallorosso è sfumato per un cattivo rapporto con la “romanità” ed i palazzi del potere, che hanno boicottato il sogno del nuovo stadio, che avrebbe dovuto proiettare la Roma fra le prime società al mondo, non solo una casa per le partite, ma un polo di intrattenimento che, secondo il business plan avrebbe portato, a regime, ricavi da 100 milioni l’anno nelle casse del club, contro la ventina delle partite all’Olimpico o i 65 dalla Juventus con l’Allianz Stadium. Progetto simile a quello dei 777.

VAI ALLA NEWS ORIGINALE

NO COMMENTS

LEAVE A REPLY

*

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.