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La scalata di Boldt: dallo stage alla direzione sportiva del Leverkusen, tra scouting, Sud America e il legame con Voeller

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Jonas Boldt è l’ultimo nome, in ordine di tempo, accostato alla Roma per il ruolo di direttore sportivo. 38 anni, nato a Norimberga. Da tifoso del Bayer a collaboratore dell’area sportiva. Una scalata, fatta di sacrificio, lavoro, tanto lavoro dietro le quinte. La classica gavetta, svolta però alle spalle di uno dei dirigenti più apprezzati di Germania e d’Europa: Rudi Voeller. Dopo un master in economia aziendale con focus specifico nel management sportivo – e un paio di stage (uno al Bayern Monaco) inizia a lavorare nel Leverkusen nell’estate del 2003: parte dalle selezioni giovanili, dedicandosi poi al settore dello scouting, con particolari e apprezzate competenze tecniche nel settore dei database e delle tecnologie utili a rintracciare nuovi calciatori.

Il suo compito principale era inizialmente proprio quello di creare un database di tutte le informazioni che il club aveva su potenziali nuovi acquisti. Boldt lo fa talmente bene che attira l’attenzione di Michael Reschke, direttore sportivo del Leverkusen. Nel corso degli anni amplifica sempre di più le sue conoscenze, con maggior attenzione al calcio sudamericano. Nel 2007 si trasferisce a Buenos Aires, per imparare lo spagnolo e studiare da vicino tantissimi profili che poi saranno segnalati al Bayer (tra questi Vidal e Guardado). Il successo dell’affare Vidal, nel 2009 permette a Boldt di conquistarsi una posizione migliore nel club: il giovane dirigente assume infatti la carica di capo scout del Bayer, salvo poi divenire assistente personale del ds Reschke e successivamente direttore sportivo, a stretto contatto con Rudi Völler . Quasi 15 anni di militanza al Bayer, consacrati da un rapporto molto stretto con il ‘tedesco volante’, divenuto suo mentore a livello dirigenziale.

Un aneddoto, descrive indirettamente, il rapporto che negli anni si è creato tra Boldt e Voeller: nel 2015, l’ex attaccante giallorosso oggi general manager del Leverkusen era nel suo ufficio, quando Boldt bussò alla porta entrando “con due tazze di caffè“. Il giovane dirigente esclamò senza perdere tempo: “Possiamo portare Chicharito Hernandez al Bayer”. Rudi, fidandosi del suo collaboratore, non ci pensò su due volte e decise di ingaggiare il messicano che ha realizzato in due stagioni 40 reti con la maglia rossonera, trascinando la squadra alla qualificazione in Champions.

Tanti i calciatori lanciati al Bayer: André Schürrle, Son Heung-min, Hakan Calhanoglu, Emre Can e Kevin Kampl. In una recente intervista rilasciata al NewYork Times, Boldt ha affermato che negli ultimi anni “tutte le società hanno affinato il settore dello scouting e seguono calciatori in tutto il mondo. E’ difficile scoprire nuovi lidi calcistici, è più facile migliorare la tua struttura per provare ad anticipare la concorrenza”. Sotto la sua direzione, Leverkusen è stata trasformata in una scuola di perfezionamento per scout, che segue dalla sede del club decine di partite al giorno attraverso i vari software (es. Wyscout) messi a disposizione di giovani stagisti, spesso prelevati dall’università di Colonia. Boldt ha solo 10 membri nel suo staff di scouting permanente e ritiene che tutti possano diventare osservatori, apprendendo questo mestiere sul campo.

Boldt di fatto lascia il Leverkusen, nel 2019, all’apice massimo della sua carriera nel club bavarese, cioè da vice-direttore sportivo. ‘Un ricambio generazionale, dopo tanti anni, che mi ha spinto a lasciare il Bayer‘, ha dichiarato Boldt in occasione della sua presentazione all’Amburgo andata in scena il 24 maggio dell’anno scorso. Il contratto in scadenza nel 2021 e il colloquio con Friedkin, confermano l’intenzione della nuova proprietà di costruire un’area sportiva composita, che si fondi anche sull’attività di scouting.

 

 

 

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