‘La vena de Zaniolo’

‘La vena de Zaniolo’

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FOCUS CGR – Scetticismo, curiosità, sorpresa, ovazione, standing ovation. Azioni, sentimenti, emozioni contrastanti, emerse nel cuore di chi ha seguito l’iniziale, sin qui breve, ma intensa avventura di Nicolò Zaniolo in maglia giallorossa. 19 anni e non sentirli, nei contrasti, nell’aggressività, nella voglia di sperare che ogni singolo pallone, capiti dalle sue parti, possa risultare decisivo. 19 anni e non reagire alle provocazioni, non cadere al primo colpo inferto dal Rincon di turno, che lo marca a uomo a tutto campo e lo spinge, lo colpisce furbescamente lontano dagli occhi dell’arbitro, lo trattiene, lo strattona, ma Nicolò resta in piedi e rilancia, riparte, recupera e corre verso la porta avversaria. Un ‘forrest gump‘ moderno, che deve inevitabilmente imparare a dosare le energie, ma lui “gioca come si allena” (Di Francesco dixit) e tutto sommato, visti i risultati, va bene così.

PREDESTINATOE pensare che poteva non accadere nulla di tutto ciò. Inserito nella trattativa per la cessione dolorosissima di Radja Nainggolan, il giovane trequartista nelle ultime ore del mercato estivo poteva finire in prestito in una medio-piccola di A, per farsi le ossa si diceva. Il tecnico giallorosso si è opposto, perchè sin dai primi allenamenti post Nazionale, il ragazzo avevo dato l’impressione a tutti, dalle parti di Trigoria, che potesse esser già pronto. La scelta a sorpresa di farlo esordire a Madrid tra i professionisti, al cospetto dei pluridecorati campioni del Real, apparse una provocazione, oggi evidentemente una felice intuizione. Anche il CT Roberto Mancini, convocandolo quando ancora non aveva maturato un solo minuto ufficiale tra i grandi, aveva lanciato a suo modo un segnale chiaro, di apprezzamento e speranza nella ‘new generation’ azzurra.

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CLASSE CAPARBIA – La rete realizzata contro il Torino, al terzo tentativo sotto misura, stretto nella morsa dei difensori granata, è forse l’immagine più esemplificativa delle qualità di Zaniolo: strapotere fisico, impeto, un sinistro potente, zero timore reverenziale, zero paura di sbagliare. Arpione col destro e girata col sinistro sotto la traversa, poi quell’esultanza genuina, spontanea, rivolta alla tribuna, col pugno destro alzato, in stile anni 80-90‘. Il ritratto della felicità, i sogni di qualsiasi bambino che dai primi passi si approcciano ad una palla che rotola, tradotti in un viso trasfigurato dalla gioia e dall’emozione. Sul collo una vena, rigonfia di passione. Sia chiaro, non si travisi: nessuna voglia, da parte di chi scrive, di accostare in assoluto Zaniolo a Capitan De Rossi, romantico baluardo di mille battaglie. Ma quella vena sa di genuina passione, di ancestrale ricerca di uno spazio nel calcio che conta, senza retropensieri, malizie, storture dell’odierna concezione del calcio 2.0. Era sbagliato, perchè di un’immane pesantezza, l’accostamento a Francesco Totti dopo la prima rete ufficiale contro il Sassuolo. E’ certamente rischioso, improvvido e pericoloso legare l’immagine del trequartista toscano a De Rossi, gente che ha indissolubilmente legato alla Roma la propria vita calcistica e non, figli di Roma, capitani e bandiere. Ma è romantico pensare che DDR, scorgendo le tante foto pubblicate nei minuti successivi al match di sabato tra siti e social, abbia visto quella vena e forse si sia, anche solo per un attimo, immedesimato nel giovane ragazzo che senza artefatte esultanze, balletti, maglie da sfoggiare preconfezionate, ha esploso in gesti spontanei tutta la sua felicità per aver portato in vantaggio la Roma. In ultimo un avviso ai naviganti: godere oggi delle giocate di Zaniolo, non significa automaticamente dimenticare le gesta di Nainggolan in maglia giallorossa,  tanto meno costruire inutili paragoni col passato per giustificare, incensare, magnificare il direttore sportivo della Roma, dopo averlo magari criticato, distrutto, deriso la scorsa estate. Godere oggi delle giocate di Zaniolo, non dovrebbe automaticamente portare neanche a temere una sua immediata cessione, nonostante l’attuale politica della società giallorossa spinga il semplice tifoso a cadere in questo malevolo ma comprensibile pensiero. Ci si goda Zaniolo oggi, con la speranza di vederlo crescere e magari vederlo un domani, ci si augura molto presto, alzare qualche trofeo della Roma. D’altronde come diceva il ‘sommo poeta’

“chi vuol essere lieto, sia… di doman non c’è certezza”

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