La voglia di club del c.t. Tavecchio ha un piano per portarlo...

La voglia di club del c.t. Tavecchio ha un piano per portarlo in Russia

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La strategia è l’attesa, nervi saldi e pazienza. «La Federcalcio va in pressing su molti fronti», racconta il d.g. Michele Uva alla presentazione di Roma città azzurra. Ma per rinnovare il contratto di Antonio Conte, la fretta sarebbe il più grave degli autogol. La situazione è chiara: come riporta il Corriere della Sera,  il presidente Tavecchio vuole blindare l’allenatore sino al Mondiale 2018 in Russia, il c.t. invece è totalmente concentrato sull’avventura in Francia e dopo si immagina di nuovo su una panchina di un club, stimolato dalle proposte che gli sono arrivate in questi mesi dall’Italia e dall’estero: Roma, Napoli, Milan, soprattutto Paris Saint Germain e, negli ultimi giorni, Chelsea.

Conte ha confidato ai suoi amici che è molto attratto dalla possibilità di un’esperienza in Inghilterra, ha visitato di recente il centro sportivo del Tottenham ed è rimasto piacevolmente impressionato dalla cultura del lavoro che anima la Premier League. Oggi pressarlo per convincerlo a rimanere alla guida della nazionale sarebbe inutile. E dannoso.

Tavecchio però non si arrende, non mette scadenze e ha coinvolto in questa delicata missione Gabriele Oriali, fedelissimo del c.t., l’uomo che ne custodisce i segreti e ne condivide le sensazioni. La Federcalcio ha fatto sapere al tecnico di voler puntare ancora su di lui, ma senza entrare nel vivo della discussione. «Solo nel calcio si rinnovano i contratti con così largo anticipo. La mia speranza è di tenere Conte, se lui vorrà rimanere questo è ancora il posto migliore», dice Tavecchio. Perché i soldi, grazie al contributo della Puma sino al 2018, sono tanti (oltre 4 milioni netti all’anno) e la stima assoluta: «Non c’è gelo con Antonio, siamo amici e in completa sintonia», dice il presidente. La questione entrerà nel vivo a primavera, tra aprile e maggio. L’idea è allettare Conte con il progetto Mondiale, dopo sarà libero di andare dove vuole. Una battaglia difficile. «Siamo servi di tutti e schiavi di nessuno», sembra frenare Tavecchio, che però in testa ha solo l’ex juventino: «Non ci sono alternative, è lui il nostro leader».
Un corteggiamento lungo, che rischia di trasformare la storia in un tormentone. Ma la Federcalcio fa sapere che al momento non ci sono altri candidati alla panchina azzurra. Se poi l’oggetto del desiderio preferirà imboccare una strada diversa, allora tutto diventerebbe possibile.  Ancelotti è il primo di una lista che comprende Capello e Donadoni. Circolano anche i nomi di Spalletti e Montella. Voci, niente più. Per ora nella testa dei federali c’è solo Conte.

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