Ieri, mentre a Trigoria Luciano Spalletti dava l’addio alla Roma, Alessandro Florenzi ha prima ricevuto il premio Ussi (premio Limone) al Circolo Canottieri Aniene, poi è tornato per un’oretta indietro nel tempo, arrivando a Villa Stuart per dare conforto a Emerson Palmieri.
Ale non gioca una partita dal 26 ottobre, la nostalgia gliela leggi negli occhi. Ma ora c’è la razionalità, dopo il secondo infortunio di febbraio: «Sto molto meglio, non voglio dire quando tornerò in campo: in ritiro lavorerò da solo, poi spero per agosto di poter lavorare con la squadra». Dove non ci sarà più Totti: «Si conosce prima l’uomo e poi il calciatore. È stato il modo migliore per salutare il giocatore italiano più forte, è stata una festa, ma quasi un lutto. Io il suo erede? In parte sì, in parte no. Perché c’è anche Daniele De Rossi che reincarna tutto quello che è stato Francesco».
Né Totti, né Spalletti: «Lascia un grande ricordo e tanti punti fatti, speriamo che il nuovo allenatore dia tanto entusiasmo a città e squadra, e dovremo essere bravi noi giocatori a remare dalla stessa parte. Il suo bilancio è comunque positivo, lo ringrazio per quello che ha fatto per la Roma».
Fonte: Gazzetta dello Sport