L’ANALISI TATTICA – Il doppio cambio

L’ANALISI TATTICA – Il doppio cambio

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FOCUS CGR – La Roma ieri è uscita con un punto dalla trasferta di San Siro contro l’Inter. Dopo un primo tempo sufficiente, ma non certo esaltante, i giallorossi sono nettamente calati nella ripresa, subendo la pressione della squadra di Spalletti per quasi mezz’ora e incassando la rete del pari nei minuti finali con il colpo di testa di Vecino. Un gol che ha avuto la partecipazione negativa di tutta la difesa della Roma, da Nainggolan che non è scalato sugli esterni nerazzurri, a Bruno Peres che si è precipitato troppo presto su Dalbert, lasciando lo spazio per crossare alla perfezione, per finire a Juan Jesus che non ha chiuso il centrocampista ex Fiorentina, lasciato solo in area. Proprio l’ingresso dei due brasiliani ha fatto molto discutere. In una situazione già di difficoltà per i giallorossi, Di Francesco ha voluto azzardare una difesa a tre, con Florenzi e Nainggolan unici riferimenti a supporto di Dzeko, ma scombussolati dal cambio modulo.

Con il numero 24, capitano ieri in assenza di De Rossi, spostato in avanti è saltata la copertura su Perisic, neutralizzato per la prima ora di gioco. Bruno Peres ha fallito completamente l’approccio, non garantendo quella presenza che aveva resi vani gli attacchi di Icardi e compagni. L’ex Torino non è stato poi neanche in grado di dare spinta sulla fascia e sfruttare con la sua freschezza gli spazi che inevitabilmente era costretta a lasciare la difesa dell’Inter, costretta a scoprirsi per recuperare lo svantaggio. Con questo schieramento l’allenatore abruzzese sperava di creare più filtro a centrocampo e contenere le scorribande dei padroni di casa. Invece quest’ultimi sono riusciti a sfruttare l’empasse dei giallorossi e a tenere alta la linea di pressione, sfruttando gli inserimenti dei centrocampisti che, insieme al ruolo occupato da Icardi e Eder, hanno messo in scompiglio la retroguardia a 3 della Roma dopo che Manolas e Fazio erano stati tra i migliori nel primo tempo. Due cambi errati a posteriori, ma dovuti anche a una carenza di uomini in panchina e a impatti che Di Francesco si aspettava più in linea con l’importanza della partita. La sensazione è che c’è ancora da lavorare e di questi tempi risulta tutto più difficile.

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