L’ANALISI TATTICA: Rafa vs Rudi, Calienti e Vincenti.

L’ANALISI TATTICA: Rafa vs Rudi, Calienti e Vincenti.

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TEDESCHI
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Il San Paolo tutto esaurito sarà il giusto teatro per la sfida più spettacolare della Serie A di quest’anno: Napoli-Roma.

Una sfida dai mille significati, due formazioni che amano il calcio propositivo, trascinate da leader riconoscibili in campo e fuori dal campo, allenato dai due tecnici stranieri del nostro Campionato, che proprio perchè provenienti da altri mondi calcistici, non amano speculare sul risultato, e vogliono vincere attraverso il bel gioco.

Garcia però a differenza di Benitez, ha condito il calcio offensivo con un pizzico di pragmatismo difensivo, trasformando la difesa colabrodo della Roma dell’ultimo biennio, nella retroguardia meno battuta d’Europa.

Don Raffaè come amano chiamarlo all’ombra del Vesuvio, ha puntato sulla forza offensiva dei quattro tenori, Hamsik, Callejon, Insigne e Higuain più la scheggia impazzita di Mertens, comprendendo evidentemente i limiti difensivi dei propri calciatori. Il 4-2-3-1 ultra offensivo dell’ex tecnico del Liverpool, esalta sicuramente le caratteristiche dei suoi attaccanti, con tagli sovrapposizioni e movimenti improvvisi senza palla, ma non permette al Napoli di mantenere un equilibrio difensivo tale da evitare di prendere gol in maniera eccessiva.

Quì però si innesta la buona stella “europea” di Rafa Benitez: l’allenatore spagnolo non ha mai avuto un grandissimo rendimento nei campionati, a parte i tempi di Valencia, portata al trionfo nella Liga per ben due volte nella stagione 2001-2002 e nel 2003-2004, perchè forse le sue squadre nelle corse a tappe concedono troppi gol, per ricercare sempre una strategia ultra offensiva; si è dimostrato al contrario straordinario stratega nelle Coppe, dove le partite secche evidentemente esaltano le caratteristiche delle sue squadre: una Fa Cup, una Community Sheeld, due Europa League, una Champion’s, un Mondiale per club, una supercoppa italiana, una super coppa Europea.

Rafael-Benitez-9

Questa particolarità non sarà sfuggita a Garcia, così come non sarà sfuggito il rendimento in Champions del Napoli, che al San Paolo ha battuto il Borussia Dortmund vice campione d’Europa, l’Arsenal e l’OM. Molto probabilmente, sfruttando il fattore campo, Benitez chiederà ai suoi di pressare subito alta la Roma, soffocando le fonti di gioco giallorosse e provando a segnare subito una rete che oltre a concedere virtualmente ai partenopei la qualificazione alla finale, imporrebbero alla Roma di fare la partita.

Garcia in conferenza però è stato chiaro: “andremo a Napoli per giocare il nostro calcio, senza speculare sul doppio risultato favorevole, andremo lì per vincere“. Probabile che Benitez schieri ancora una volta Hamsik dall’inizio, tenendo in panchina uno tra Mertens e Insigne: il belga, autentica rivelazione di questa stagione, aveva messo in seria difficoltà i giallorossi all’andata, entrando dalla panchina e sfruttando la sua velocità nello stretto, giostrando tra le linee.

E’ pur vero che nonostante la forza offensiva del Napoli, i giallorossi nelle due gare stagionali dell’Olimpico per 135 minuti su 180 non avevano concesso reti a Higuain e compagni, siglandone 4, incantesimo che poi è stato infranto dall’auto gol di De Sanctis, unico ex di giornata.

Il San Paolo sarà una bolgia, il Napoli si gioca una fetta di stagione, visto il cammino tortuoso in campionato e l’uscita dalla Champions, Garcia e la Roma sono avvertiti, ma le motivazioni dei giallorossi, forse sono ancor più superiori: vincere o comunque non perdere, vorrebbe dire finale, potenzialmente la decima coppa Italia della storia romanista, ma soprattutto una piccola grande rivincita, dopo il 26 maggio.

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