Un’ascesa importante, di un uomo che ha da poco superato i trenta, sempre più consapevole e maturo. Cresce, in silenzio. Nascosto dall’ombra di papà Dan, ma sempre più influente nelle decisioni che riguardano la Roma. Un esempio: il lunedì post Milano, è Ryan che contatta nel pomeriggio De Rossi, ne ottiene la disponibilità e avvisa il padre.
Poi, il giorno dopo, ci pensa Friedkin senior a parlare con Mourinho e liquidarlo ma con il figlio sempre al fianco. Per intenderci: dimenticate il ragazzo che facendosi prendere dall’entusiasmo invita Pinto, appena arrivato, a chiudere l’operazione Reynolds. Tre anni di Roma, sono serviti infatti a Ryan per calarsi nella realtà locale, percepirne gli umori e prevederne le reazioni.
Dan è un decisionista, un imprenditore di successo che vuole avere sempre l’ultima parola, ma è Ryan a consigliarlo. I Friedkin continuano ad avere una casa al centro di Roma, ma Ryan spesso dorme a Trigoria.
Esce allo scoperto quando c’è da prendere posizioni ufficiali. Come l’sms inviato all’ufficio stampa che definisce totalmente fake le indiscrezioni sulla possibile cessione del club agli arabi. Riceve ogni giorno una rassegna stampa per tenersi aggiornato sul mondo mediatico giallorosso. Ieri sorrideva quando ha letto che la Roma dovrebbe fallire e ricordato a chi di dovere che la Roma ricapitalizzerà per una cifra complessiva di 520 milioni di euro, oltre ad immissioni di capitali nell’ultimo esercizio pari a 232 milioni.