“Lasciate Settima” la maestosa Roma di Genova

“Lasciate Settima” la maestosa Roma di Genova

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Nordista Romanista di Pino Vaccaro

Non dimentico la griglia di inizio stagione. Cari espertissimi di football ci avevate relegato al settimo onorevole posto. Ai margini dell’Europa come una Fiorentina o una Sampdoria qualunque, senza offesa per nessuno ovviamente. Ora la Roma viaggia come un treno, verrebbe da dire, parafrasando la canzonetta che ha accompagnato l’arrivo di Mkhitaryan nella capitale. Che fenomeno l’armeno che è il Tgv al quale si è aggrappato quest’anno il tifoso giallorosso. Quello autentico. Eppure c’è una platea di benpensanti che ha spedito la Roma fuori dalle posizioni che contano. Settimi perché l’ottava non si trovava: a momenti ci proiettavano nell’altra colonna, quasi come un fastidio. Polvere di cui sbarazzarsi. Eppure non credo siano molte le squadre che in Serie A possano contare su un trio d’attacco (Dzeko, Mkhitaryan, Pedro) così ben miscelato in quanto a carisma, forza fisica, fantasia, esperienza, trofei e gol. Dote spaventosa scaraventata con forza nello spogliatoio della Roma. Ma gli esperti avevano etichettato l’acquisto a zero dell’armeno e del campione spagnolo come un chiaro segnale di bollitura e di bocciatura. Come se fosse un merito spendere dei soldi, tanti, per un giocatore e un demerito prenderlo con due spicci. Trattasi di due capolavori. Pedro e Mkhitaryan sono nel rapporto qualità prezzo il top sul mercato italiano: due affaroni. Bravo chi li ha presi. I bolliti sono quelli che li hanno snobbati bollandoli come giocatori a fine corsa, ex campioni venuti a Roma per svernare. Col cavolo: trascinatori sublimi di una squadra operaia nell’animo che ha anche talento sparso in diverse zone di campo. Se non si arriva con la classe, ci si arriva con l’organizzazione e con le intuizioni di mister Fonseca.

Alzi la mano chi non ha storto il naso di fronte alla sostituzione di Borja Majoral, un centravanti, al posto di un mediano dai piedi ruvidi come Cristante con il risultato ancora in equilibrio? Io l’ho fatto, uomo di poca fede, ma il monzambicano c’aveva ragione. Con una mossa ha raddrizzato la mediana un po’ stordita di inizio ripresa piazzando Mkhitaryan nel cuore dell’area di rigore. Un killer silenzioso e coordinato. Prova da centravanti mostruoso per l’armeno che qualcuno aveva descritto come un accelerato, ma che in realtà sta correndo come un treno giapponese di ultima generazione. Lasciateci settimi, non provateci nemmeno a cambiare in corsa le gerarchie. Continuate a trattarci come la fastidiosa polvere di cui sbarazzarsi: settimi dietro a tutti gli altri, ultimi della fila, come i “nerd” che alle feste si adagiano alla parete del locale per sano imbarazzo e fisiologico senso di inadeguatezza con il mondo circostante. La maestosa Roma di Genova con mille assenti, con una precisa idea di gioco, con un’anima riconoscibile e con la consapevolezza di ribaltare le partite farà bruciare il “peperone” a più di un rosicone.

 

 

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