Luis Enrique: “Ho parlato con la Roma. Il progetto mi affascina”

Luis Enrique: “Ho parlato con la Roma. Il progetto mi affascina”

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GAZZETTA DELLO SPORT (F. M. RICCI) – La porta è aperta. E Luis Enrique sta seriamente pensando di entrare. L’allenatore del Barça B non si nasconde, parla della Roma e della sua idea di calcio senza ipocrisia. «Sì, ho avuto contatti con i dirigenti del club. Cosa ci siamo detti resta materia confidenziale ma gli incontri ci sono stati. Non è l’unica opzione, è una di queste. Così come io non sono l’unica opzione per loro. Siamo a fine stagione e tutti si guardano intorno» . «Lucho» porta in sala stampa il suo naso che mostra ancora i segni lasciati dal gomito di Tassotti, i suoi occhi vivi e la sua parlantina sciolta e diretta. Dialetticamente gioca all’attacco, senza nascondersi, come il suo Barça B che ha appena mandato in terza serie il Salamanca. La squadra di Toti, con una sola T doveva vincere per salvarsi, ha perso 5-1 contro una squadra che è quarta ma non può giocare i playoff per la promozione perché la Liga non permette a un club di avere due squadre.

Surreale Al MiniEstadi l’atmosfera è un tantino surreale: in tribuna ci sono poche centinaia di persone, alle spalle il Camp Nou ha esaurito i suoi 98.000 posti con gente che è venuta a vedere la Champions conquistata sabato a Londra. Luis Enrique viene salutato da uno striscione solitario che gli dice che sarà sempre nei cuori degli Ultras del Barça, viene lanciato in aria dai suoi giocatori a fine gara, poi in conferenza stampa accoglie con grazia le domande sul suo futuro giallorosso: «Nelle ultime settimane ho parlato con la Roma. Il progetto mi affascina ed è una possibilità che ritengo molto attrattiva, si tratta di una grande squadra. Però ripeto, non c’è ancora nulla di concreto. Ho visto che i giornali italiani hanno scritto che andrò alla Roma al 99%, diciamo che siamo ancora al 50%» . Ha chiesto consigli a Guardiola? «In questa settimana aveva altro a cui pensare. Però ora magari lo farò, lui della Roma e di Roma sa tante cose» .

La sicurezza Timore di aver difficoltà di ricreare un modello perfetto come quello del Barça? «No, perché qui facciamo un bel calcio e ai giocatori piace giocare bene. Poi si adattano ad altri sistemi, ma non vedo perché, con gli uomini giusti, non si possa ricreare altrove questo calcio associativo che propongono la Spagna e il Barcellona. Io credo in questo modello: possesso palla, difendere lontano dalla porta, far divertire la gente cercando di giocare bene e segnare tanti gol. Ogni anno al Barça arrivano giocatori nuovi nella prima squadra e nelle giovanili, gente non cresciuta qui, e si adatta benissimo. Non vedo perché non si possa pensare di farlo altrove» . Si prova a entrare nei dettagli: «La Roma? Ho visto delle partite quest’anno ma non come “allenatore”, non posso dire nulla di più» . Luis Enrique al Barça B non concede interviste e parla solo dopo le partita, non prima. «E’un sistema che ho trovato, era già così con Guardiola. Se vado altrove mi adatterò, se ci sarà da parlare prima delle gare lo farò. Però non vi aspettate che parli tanto con la stampa» . «Lucho» ha le sue idee dentro e fuori dal campo, e questa è la sua forza.

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