Maicon: “Mou è sempre lui. Un’Inter da scudetto, ma finisce in parità”

Maicon: “Mou è sempre lui. Un’Inter da scudetto, ma finisce in parità”

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La Gazzetta dello Sport (D. Stoppini) – Maicon Douglas Sisenando ha rilasciato un’intervista a La Gazzetta dello Sport. L’ex terzino brasiliano ha parlato di José Mourinho e della sfida di quest’oggi (ore 18) tra Roma ed Inter, di cui ha vestito entrambe le maglie. Di seguito le sue parole.

Di solito il pronostico si chiede alla fine. Qui anticipiamo i tempi. Chi vince all’Olimpico?
Dico pareggio.

Ok, diplomatico.
No, penso davvero che possa finire così, perché l’Inter è in un grande momento di forma ma la Roma non può perdere altro terreno in classifica.

È la partita di Mourinho, questa, per la prima volta avversario dell’Inter.
E credo che nel suo cuore proverà molta emozione, anche a distanza di tanti anni certe cose non si dimenticano.

Lo vede cambiato? Oppure è sempre il Mou che ha conosciuto lei? Sa che è un tema di discussione in Italia, questo.
È sempre José. È una persona intelligente, sta imparando.

In che senso, scusi?
Sta imparando a conoscere i suoi giocatori, a relazionarsi con una tipologia di squadra che non allenava da tempo. Vede, all’Inter aveva giocatori esperti, il nostro era un gruppo abituato a stare ad alto livello. E quindi lui sapeva perfettamente cosa chiedere, immaginava anche quali risposte avrebbe potuto ottenere. Alla Roma, in questa Roma, non è così. Ha un gruppo di lavoro giovane. Vedo ragazzi bravissimi, penso a Pellegrini, Ibanez, Zaniolo. E paradossalmente si impara di più da calciatori così, che devono ancora formarsi del tutto. Le due entità, tecnico e squadra, devono ancora conoscersi a fondo. Serve più tempo, è normale. E certamente è una sfida più difficile.

Gli arbitri: ecco, qui non c’è discussione sul fatto che Mou sia sempre lo stesso.
La verità è una: per lui i giocatori devono restare fuori da ogni commento negativo post partita. Lui vuole che in tv o sui giornali ci sia la sua faccia e basta. E quindi sposta l’attenzione, è un modo per proteggere i suoi. Tanto poi quello che deve dirti te lo fa arrivare. E questa cosa è apprezzata dai giocatori, almeno noi così la sentivamo.

Quanto c’è stato di Mou, in quello scudetto strappato alla Roma nell’anno del Triplete? Ipotizziamo noi: dieci punti?
No, più di dieci. Almeno la metà sono suoi. E il meglio lo dava quando ti motivava contro le piccole squadre, quando magari la voglia non era al top.

Questa Inter è ancora la favorita per lo scudetto?
È senza dubbio la più forte. Mi piace anche il Napoli, ma è un gradino sotto. Vedo l’Inter avanti perché ha aggiunto gente di qualità come Dzeko e Calhanoglu, gioca meglio che con Conte. E perché in mezzo c’è un giocatore che mi esalta: Brozovic. Non era così prima, è cresciuto, ha una qualità di gioco impressionante.

La domanda sul pronostico l’abbiamo già fatta. Ce lo racconta un aneddoto con Mou?
La volta in cui feci una doppietta a Siena per avere una settimana in più di vacanza post Natale si conosce già. Quel che non si sa, è che la scommessa la proposi io…così io partii felice e Mourinho perse. Ma in fondo, fu una vittoria anche per lui, no?

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