Mario Rui, sliding doors giallorosse per un futuro azzurro

Mario Rui, sliding doors giallorosse per un futuro azzurro

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MI RITORNI IN MENTE – Tra buone aspettative e promesse non mantenute spesso c’è una sottile linea di differenza. Sottile come il legamento di un ginocchio, che può essere una maledizione o, paradossalmente, può aprirti le porte dell’undici titolare, quando ormai la prospettiva di un’altra stagione a scaldare la panchina era più che concreta. In sintesi, queste le ultime due annate calcistiche di Mario Rui, meteora giallorossa, certezza azzurra partenopea.

RITIRO SALTATO – Arrivato nell’estate del 2016 dall’Empoli per sostituire il partente Lucas Digne, Rui era destinato ad una stagione da protagonista, con il giovane Emerson Palmieri pronto a crescere alle sue spalle. Ma il 30 luglio, nel ritiro di Boston, il portoghese esce con una lesione di alto grado del legamento crociato anteriore che lo costringe a lasciare gli Stati Uniti per tornare nella Capitale ad operarsi immediatamente. Dopo la riabilitazione, torna in campo il 26 novembre con la Primavera, disputando 60 minuti nella vittoria per 4-1 sul Bologna.

Nel frattempo, però, Palmieri sta disputando la stagione della vita, così Spalletti relega l’ex Empoli in panchina, facendogli ritrovare per 78 minuti il campo il 19 gennaio negli ottavi di Coppa Italia contro la Sampdoria. La sua ultima partita romanista coincide con la rottura del ginocchio di Palmieri al 18′ del 28 maggio, nel giorno dell’addio al calcio di Francesco Totti.

AUTOSTRADA DEL SOLE – In estate inizia un lungo tira e molla che vede protagonista il procuratore e lo stesso calciatore, che spingono fortemente per lasciare Roma per trasferirsi al Napoli, alla corte di Sarri, suo ex allenatore in Toscana. La dirigenza giallorossa lo lascia partire il 13 luglio per una cifra vicina ai 9 milioni di euro, così Rui va in Campania dopo solo 9 presenze con la maglia della Roma.

Nonostante Sarri lo conosca bene, anche lui lo considera un’alternativa, perchè Ghoulam è intoccabile, tanto che sino al 1 ottobre i minuti giocati sono 3. Il 5 novembre, però, ha la sua chance dopo l’infortunio dell’algerino, non brillando particolarmente nello scialbo 0-0 di Verona contro il Chievo, rimediando anche un cartellino giallo. Passa altre 4 gare in panchina, ma poi sboccia definitivamente collezionando sino a questo momento 19 presenze, con all’attivo la punizione gioiello che sigilla il 5-0 col quale gli azzurri espugnano Cagliari. Per una serie di circostanze alla Roma la sua storia era destinata a terminare a breve, ma un calciatore al posto giusto nel momento giusto potrà certamente dimostrare quanto di buono fatto nei suoi anni italiani, ingranaggio oleato che gira all’interno di una macchina perfetta, che l’utilitaria giallorossa, senza benzina e con le ruote sgonfie, dovrà provare a superare sabato.

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