Trequartista nei tre dietro la punta. Mezz’ala nel centrocampo a tre. Terzino destro. Centravanti. Ultimo, ma non per questo meno importante, regista basso nel centrocampo di Garcia. Questo è il curriculum di Rodrigo Taddei con la maglia della Roma. Un’avventura che dura ormai da 9 stagioni e che sembra non volere mai vedere scritta la parola fine. Sabato, nella piena emergenza dovuta all’ultima giornata di squalifica da scontare per De Rossi e al brutto infortunio di Strootman, il tecnico francese ha deciso di dare al brasiliano le chiavi del centrocampo, affidandogli il doppio compito di arginare la fase offensiva del Chievo (per la verità abbastanza sterile) e di far ripartire quella giallorossa. E Taddei, come sempre, ha risposto presente, mettendo in campo tutta l’energia e la grinta dei tempi belli, quando era uno dei titolarissimi della squadra al tempo allenata da Luciano Spalletti.
24 palloni recuperati, migliore della partita con 78 passaggi riusciti (uno di questi è stato l’assist che ha messo Destro davanti ad Agazzi per il gol dello 0-2) ed un senso di presenza in mezzo al campo che ha consentito alla squadra di non pagare dazio alle assenze sopracitate.
Nel dopo partita, Taddei si è espresso così: “Non voglio parlare del contratto, ci sta pensando il mio procuratore. Ho la Roma nel cuore, non lo nascondo, ma non voglio essere un peso per la società e per i tifosi, voglio restare se società, allenatore e e gruppo saranno disposti a farlo. Sarei l’uomo più felice del mondo“. Tranquillo Rodrigo, uno come te non potrà mai essere un peso per la Roma.
Voto: 7
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