Milan, Psg e City: l’Uefa cala la scure sulle spese pazze

Milan, Psg e City: l’Uefa cala la scure sulle spese pazze

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LA REPUBBLICA (S. SCACCHI) – Addio campagne acquisti spericolate. E tempi duri per i club pieni di debiti. Sono i due cardini del nuovo fairplay finanziario Uefa, presentato per la prima volta in un convegno pubblico ieri a Milano dal dg della Figc, Michele Uva, e dal manager italiano di Nyon, Andrea Traverso: attenzione preventiva sui debiti eccessivi delle società e sulle campagne acquisti chiuse con più di 100 milioni di passivo.
Il dibattito (organizzato per l’uscita del Report Calcio di Federcalcio, Arel e PWC) è andato in scena a meno di un chilometro dalla sede del Milan, il club italiano che più di tutti è alle prese con la dura legge dell’Uefa. Il nome del club rossonero aleggiava, visto il contenuto dell’iniziativa. Ed è stato Traverso a pronunciarlo per la prima volta: «I controlli scatteranno di fronte alle sessioni con un passivo superiore ai 100 mln, come quelle di Psg, Manchester City e Milan» . Adesso i commissari del Club Financial Control Body non attenderanno il bilancio successivo, ma chiederanno subito conto della sostenibilità di queste spese faraoniche. Duplice l’obiettivo: calmierare i prezzi folli dei giocatori (come nel caso di Neymar) ed evitare che gli investimenti sul mercato siano finanziariamente legati all’ingresso in Champions League. È il tipo di scommessa che ha fatto il Milan, senza essere ripagato nonostante il “rosso” da 160 mln.

La Figc ha escluso di poter intercedere a favore dei rossoneri prima del verdetto della Camera Giudicante dell’Uefa: «È un processo indipendente – spiega Uva – lo ricordo perché sento molti parlare di mancato aiuto della Figc al Milan. Sarebbe come chiedere al ministro della Giustizia di fare pressioni su un giudice» . A fine convegno Uva è stato intercettato dal consigliere di amministrazione del Milan, Roberto Cappelli, ma il colloquio è stato brevissimo. La Federcalcio paradossalmente si deve difendere anche dall’accusa opposta, cioè quella di aver avallato senza problemi lo sbarco di Yonghong Li, osteggiato fortemente da Nyon: «Ma noi non siamo la Guardia di finanza o la polizia tributaria – ricorda Uva – non scherziamo. Non possiamo metterci a indagare sulla provenienza dei fondi. Possiamo solo dire la nostra sugli indicatori economici».

A proposito del proprietario cinese del Milan, nemmeno ieri è stata spedita la lettera con la quale avrebbe dovuto comunicare rassicurazioni finanziarie. Tra le ipotesi che erano state fatte sul contenuto della missiva, c’era anche il possibile annuncio sul rifinanziamento del debito con Elliott. È il dossier seguito da mesi da Merrill Lynch nel ruolo di advisor, in particolare dagli uffici milanesi della banca d’affari, guidati da Antonino Mattarella, nipote del Presidente della Repubblica. Intanto tornano le voci su un possibile ruolo dirigenziale di Paolo Maldini in caso di passaggio di proprietà.

Nella lente di ingrandimento del nuovo fairplay entra anche l’indebitamento ( finora veniva preso in considerazione il deficit tra ricavi e spese). L’Uefa è preoccupata per la situazione di alcuni club portoghesi che galleggiano solo grazie a buone sessioni di mercato. Ma questa nuova valutazione finirà per chiamare in causa anche società come l’Inter che ricevono prestiti massicci da parte della proprietà, anziché iniezioni di liquidità tramite aumenti di capitale. È una pratica che Suning segue per evitare di diluire la quota di minoranza di Thohir. Ma adesso può produrre controindicazioni. Nel complesso il calcio italiano cresce, ma meno di altri movimenti. «La Francia può superarci», avvisa Traverso con riferimento all’offerta da 1.15 miliardi di Mediapro per i diritti tv della Ligue 1, approdo beffardo degli spagnoli dopo il “ no” della Serie A. Piatto principale del menù: i campioni del Paris Saint Germain grande nemico di ogni fairplay finanziario, vecchio e nuovo.

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