GAZZETTA DELLO SPORT – In un percorso non c’è solo il punto di partenza e quello di arrivo, ma anche il viaggio che occorre per concluderlo. Ecco, la giornata di ieri ha sancito che per la Roma intesa come allenatore e squadra — la traversata nel deserto dell’incertezza non è ancora conclusa, anzi si allunga ulteriormente. Inutile dire che tutto questo ha gettato nello sconcerto Trigoria. Immaginate lo scenario: l’allenatore è giovane ed a tempo determinato, i giocatori sanno che diversi di loro non resteranno, il responsabile della dirigenza, Gian Paolo Montali, fra tre mesi vedrà formalmente scaduto il suo contratto pur avendo incassato la fiducia di UniCredit e quella di DiBenedetto, gli altri dello staff (Conti, Mazzoleni, Pradè e Tempestilli) sono investiti ogni giorno dagli spifferi che vogliono i nuovi proprietari Usa pronti a fare piazza pulita. Ed in tale contesto, costoro dovrebbero produrre il massimo sforzo per cercare di vincere la Coppa Italia e centrare una rimonta che apra le porte della Champions. Non solo. Dopo che tutti i tasselli della trattativa saranno andati al loro posto, ci sarà da ottemperare a tutte le formalità burocratiche (Consob, Antitrust, Opa, ricapitalizzazione), il che significa essere a pieno regime non prima della fine di maggio. E le strategie? E il mercato? Tutto da vivere al rallentatore, e per di più in un universo giallorosso che definire in fibrillazione è un eufemismo. Serrare le fila Impressioni? Per Montella e Montali non sarà facile cercare di compattare un ambiente che a volte finisce persino per interrogarsi sulla reale consistenza finanziaria Usa (intendiamoci: garantitissima). Per questo alla fine meglio lasciarsi prendere dall’ottimismo di Borriello: «Nelle squadre si vivono momenti di alti e bassi, in cui è anche difficile andare d’accordo. Speriamo ora che questa squadra possa tornare ad alti livelli» . E con le idee chiare.
