Montella: “Sei punti e basta”

Montella: “Sei punti e basta”

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IL MESSAGGERO (U. TRANI) – Il risultato di ieri al Friuli non cambia il piano della Roma sino al traguardo. Ancora di più dopo il pari di sabato sera contro il Milan, diventato campione per la diciottesima volta proprio all’Olimpico. Di diverso, a due turni dalla conclusione del torneo, c’è solo la rivale da inseguire nella corsa per l’ultimo posto buono, il quarto, per la prossima Champions (partecipazione da conquistare poi passando per i preliminari): raggiunta la Lazio, i giallorossi quinti devono ora rincorrere l’Udinese che ha due punti di vantaggio. «Dobbiamo pensare a tre successi, visto che siamo in ritardo in classifica» aveva detto Montella venerdì pomeriggio, alla vigilia della delicata gara contro i rossoneri. «Dovrebbero perdere tutt’e due» aveva invece scherzato sul risultato migliore di Udinese-Lazio, dopo aver preso quel punto che incide poco nella volata della Roma verso la zona Champions. «Siamo ancora dentro e abbiamo il dovere di provarci sino a quando saremo in corsa». «Purtroppo la realtà è evidente: siamo agli sgoccioli». Come a dire: i punti rimasti a disposizione sono pochi, quelli di due partite. Per la Roma, come del resto per l’Udinese, la nuova favorita, e per la Lazio. Nessuno può più sbagliare di qui alla trentottesima e ultima giornata, anche se gli ostacoli non saranno per tutti uguali. «Servono due vittorie e basta». Altri calcoli non sono ammessi, almeno da parte del tecnico e dei giocatori. Perché è inutile fare tabelle. Sono obbligatori i tre punti nella partita di domenica in Sicilia contro il Catania ormai tranquillo così come quelli nell’ultima di campionato contro la Sampdoria all’Olimpico. L’unico vantaggio per i giallorossi, solo però nel caso in cui dovessero concludere il torneo con gli stessi punti dell’Udinese (o della Lazio o di entrambe), è la situazione negli scontri diretti, nettamente favorevoli grazie ai successi sia all’andata che al ritorno contro le due rivali per il quarto posto. Solo con la Juventus, in campo stasera a Torino contro il Chievo, la Roma è in svantaggio, ma al momento ha 4 punti di vantaggio sui bianconeri (e l’Udinese quindi 6). Montella, insomma, lascia stare la classifica. Non la guarda, perché l’inseguimento dei giallorossi comunque continua. Preferisce passare la domenica, dopo l’allenamento del mattino, davanti alla tv. Per seguire le gare del campionato italiano, la sfida Manchester United-Chelsea che dovrebbe aver regalato un nuovo scudetto a Sir Alex Ferguson e messo in difficoltà Carletto Ancelotti nella sua avventura londinese, i derby di Barcellona e di Genova, considerando che la Sampdonia arriverà all’Olimpico la sera del 22 maggio. Da oggi sarà nuovamente a Trigoria. Per preparare la semifinale di ritorno di Coppa Italia contro l’Inter, in programma mercoledì sera a San Siro. Perché, prima del Catania, c’è la sfida contro i campioni d’Italia uscenti, capaci di vincere all’andata all’Olimpico con una rete di Stankovic. L’obiettivo è quello di un’altra rimonta, per giocare la finalissima a Roma, domenica 29 maggio. Campionato o coppa, c’è sempre da ribaltare uno svantaggio partendo da una situazione poco agevole. Ma il suo comportamento, in questa fase decisiva della stagione, non muta nello spogliatoio di Trigoria. Idee chiare nei confronti della squadra, per avere un’identità tattica in cui gli interpreti possano sempre riconoscersi, pure nelle difficoltà. E regole precise circa i comportamenti dei singoli. E’ quanto chiede soprattutto la nuova proprietà che sta attentissima al modo di comunicare, all’esterno e all’interno, del giovane tecnico che si sta giocando la conferma. Montella sa che conteranno più i metodi di lavoro che i risultati (comunque utili per lo sprint contro qualsiasi collega). La presa di posizione di venerdì sulla gomitata di De Rossi a Bari (testualmente: «Gesto inaccettabile») e la motivazione sulla rinuncia a Menez, anche come possibile cambio in corsa, nella gara di sabato contro il Milan, sono piaciute molto allo staff dirigenziale che presto si insedierà a Trigoria. Vincenzo, senza fare distinzioni, sta attento alle doti comportamentali e morali dei suoi calciatori. Che pesano più di ogni variazione tattica (approvata, però, la mossa-Caprari). Per lui e soprattutto per chi sbarcherà a Roma arrivando dall’America.

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