MOURINHO: “Non sono qui in vacanza, ma per fare un grande lavoro....

MOURINHO: “Non sono qui in vacanza, ma per fare un grande lavoro. Unica l’accoglienza dei tifosi. I Friedkin non vogliono un successo isolato, ma arrivare e restare in alto”

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A Terrazza Caffarelli, nella splendida location del Campidoglio a due passi dai Fori Imperiali e dal Colosseo, Josè Mourinho ha presenziato alla sua prima conferenza stampa ufficiale. Presenti tra le primissime file i componenti dello staff del lusitano, al fianco dello Special One Tiago Pinto. Queste le dichiarazioni integrali del tecnico lusitano:

Tiago Pinto: “Buongiorno a tutti, è un grande giorno per noi, è il primo step di cambiamento della nostra mentalità, ci aspettiamo tante buone cose nella prossima stagione e nei prossimi tre anni. La carriera di Mourinho parla da sola. Ringrazio Dan e Ryan Friedkin per l’opportunità che c’hanno dato di portare qui Mourinho, ringrazio Josè per averci scelto e ringrazio tutti voi e tifosi per l’energia positiva che questa settimana ha portato dentro Trigoria”

Mourinho: “Prima di tutto ringrazio i tifosi, perchè la reazione al mio arrivo qui è stata eccezionale veramente. Ho avuto subito questa sensazione, nonostante non abbia fatto nulla per questo, mi sono sentito subito in debito, l’accoglienza è stata emozionante. Ringrazio di cuore tutti. Ringrazio per la fiducia il club, la proprietà, la famiglia Friedkin e Tiago. Ma il modo in cui i tifosi mi hanno accolto è stato fantastico, mi ha colpito veramente. Posso già rispondere ad una domanda: perchè solo qui? Perchè siamo vicini alla statua di Marco Aurelio, se non sbaglio nulla viene da nulla e nulla ritorna nel nulla. Questo ha un significato che io penso sia molto simile a quello che ho sentito quando ho parlato con il club, quello che vogliono per il club.

Siamo in una città in cui ci sono almeno 5 radio che parlano sempre di Roma: questa pressione è stata decisiva? Questo calderone la eccita?
“Ho dovuto già cambiare telefono 3 volte perché non so come ma trovate sempre il numero. Scherzi a parte, è fantastico, è incredibile, per qualcuno che ha lavorato già in Italia, quando non sei qui ti manca, per chi pensa calcio per 24 ore, ti manca. C’è un lavoro da fare nel club ma noi dobbiamo concentrarci su questo, con tutto il rispetto per voi. Tutti sanno che non sono una persona troppo simpatica quando lavoro e magari non sarà così un piacere per voi, perché io vado a difendere il mio club e voglio che alcune cose rimangano interne”

Sia lei che Tiago Pinto avete parlato di cambio di mentalità. Credo sia stato chiamato anche per cambiare il dna di Trigoria, mi racconta come proverà a farlo?
“Conoscere il gruppo, perché non cambiano delle cose quando non siamo ancora consapevoli di quello che c’è all’interno del gruppo. Ovviamente ci sono principi fondamentali, che non sono negoziabili. Oggi c’è il primo giorno di allenamento e i calciatori devono capire come lavoriamo noi ed è molto semplice: tutto quello che non è al 100% non va bene e parliamo solo dell’allenamento. Tu parli dei giocatori e io invece parlo di tutti quelli all’interno del club, la quarantena mi ha permesso di stare dentro al centro sportivo e parlare con le persone. Ho visto una gioia terribile di tutti di lavorare insieme, di dare tutte le condizioni possibili per lavorare e questo è incredibile”

Quasi tutti i giorni leggiamo notizie in cui lei chiama dei giocatori. Donnarumma, Ramos, tutti…il suo carisma è importante per attrarre gli altri giocatori?
“Non ho parlato con nessuno. Parlo con Tiago, tu puoi pensare che sia vero o meno ma ti dico la verità, non ho parlato con nessuno. Con Tiago, con la proprietà, con persone del club di diverse aree ma con nessun giocatore”

E’ arrivato in Italia nel 2008. Ora abbiamo perso terreno rispetto alla Premier, alla Liga, alla Bundesliga. Questa può essere la sfida più importante della sua carriera?
“In questo senso, la prossima sfida è sempre la più importante della mia carriera. E ovviamente lo è in questo caso. Quando parli del campionato italiano però stiamo parlando come minimo di una nazione almeno finalista degli Europei. E la maggior parte di quei giocatori gioca in Italia, se non è visto dall’estero come un campionato principale la responsabilità è nostra e tutti abbiamo la necessità di fare qualcosa in più. Io lavoro per la Roma ma in maniera indiretta anche per il calcio italiano e se possiamo fare qualcosa in più, dobbiamo farlo”

Visto che si parla tanto del futuro di Dzeko, lei che ha avuto a che fare con grandi attaccanti, come si pone verso il 9? Tornerebbe lui il capitano?
“Ti voglio rispondere alla domanda perché non ti devo dire quello che faccio all’interno del mio club. Se entriamo in questa dinamica, scusa ma sarò antipatico, non condivido quello che faccio all’interno del club. La questione del capitano dovranno saperla prima i giocatori di voi”

Durante l’Europeo lei ha parlato di Cristante e Spinazzola. Che ruolo avranno nel suo club in questa stagione?
“Prima di tutto siamo molto felici di avere questi giocatori in una Nazionale che sta facendo molto, molto bene in Nazionale. Anche se non ho mai lavorato con loro, li sento già come i ‘miei’ giocatori. La Nazionale è piena di giocatori di talento, Cristante ha avuto meno spazio ma Mancini ha un grande rispetto del giocatore perché in ogni momento di difficoltà delle partite Cristante è stato lì ad aiutare. Credo sia un giocatore di personalità che aspetto a braccia aperte, Spinazzola è incredibile perché è arrivato con gioia al centro sportivo nonostante un infortunio tremendo. E’ una situazione dura per lui ma anche per noi. Abbiamo un ragazzo giovane come Riccardo Calafiori che deve lavorare molto ma sarà un giocatore della prima squadra, ma caro Tiago – si rivolge a Pinto – ci serve un altro terzino sinistro”

C’è l’impressione che ci sia un limite nel budget. Può essere un problema? Cosa vi siete detti con Spinazzola?
Risponde Tiago Pinto: “Mi aspettavo queste domande di mercato, abbiamo fatto un’analisi della squadra, sappiamo tutti di cosa abbiamo bisogno, stiamo lavorando ogni giorno per trovare la soluzione ma l’analisi è stata fatta, sicuramente alla fine del mercato avremo una squadra degna di Mourinho”

Undici anni dopo, con quali sentimenti torni in Italia?
“Sono l’allenatore della Roma, prima di tutto. Non voglio essere nulla di più perché c’è tanto da fare qui e devo concentrarmi su questo. Se come conseguenza del nostro lavoro, nel club, possiamo dare qualcosa in più nel calcio italiano, è fantastico. Per difendere i miei farò di tutto, per cercare io dei problemi ovviamente no. Mi voglio divertire e penso possiamo farlo tutti ma non ho tempo per cercare altro però ripeto: per difendere la mia squadra, la mia società, siamo qui”

Qual è la sua idea di vittoria?
“In maniera molto pragmatica, noi vogliamo vincere la prima partita ufficiale che sarà in Conference League probabilmente. Questa società e questa squadra, ogni giorno, deve essere migliore. Obiettivamente, parlando della struttura fisica che abbiamo a Trigoria è già diversa e migliore da quando sono arrivato il primo giorno qui. Poi la struttura funzionale, quella umana. C’è tanto lavoro ancora da fare, a partire da oggi l’obiettivo è questo: ogni giorno dovremo essere una squadra migliore”

Alcuni opinionisti ritengono sia arrivato in una fase della carriera non al top. Cosa vuole rispondere?
“Niente. I miei ultimi 3 club: scudetto col Chelsea, 3 coppe col Manchester United, una finale col Tottenham. Quello che per me è un disastro, magari qualcuno non lo ha mai fatto nella vita”

Sulla panchina della Roma, come lo sente il rumore dei nemici?
“Prima di tutto non voglio la Roma di Mourinho, voglio la Roma dei romanisti. Sono uno di più. Niente di più. Se vuoi parlare della Juve di Max, del Napoli di Spalletti o la Lazio di Sarri puoi farlo ma la Roma di Mourinho non mi piace”

La Roma nel 2008 zero titoli. La Roma è già abbastanza forte per vincere?

Non è un’ossessione per me pensare questo. Non possiamo scappare da certe cose però. Quest’anno 29 punti dietro lo scudetto e 16 dopo il quarto posto. Non possiamo scappare da questo. Prima di tutto dobbiamo capire perché, in che modo possiamo fare il progetto. Fino ad arrivare dove vogliamo. Stiamo parlando di tempo. E’ stata una parola chiave quando ci siamo incontrati per la prima volta con la proprietà. Se possiamo accelerare il progetto, meglio. E’ la mia natura e voglio che tutto il club abbia questa mentalità.

Come può conciliare il tempo e la voglia di vincere? E’ positiva una stagione senza titoli?

Parlate sempre di titoli. Io parlo di tempo, di progetto, di lavoro. Titolo non è una parola, è troppo facile. E’ una promessa troppo facile, la realtà è un’altra cosa. Tu parli di titoli ed io di progetto, di lavoro. I titoli arriveranno. La proprietà capisce perché non vuole un successo isolato. Vogliono arrivare lì e rimanerci. Isolato è più facile. E’ più facile se vinci e poi non hai soldi per gli stipendi. Noi vogliamo essere sostenibili. Lavoriamo che poi arriverà.

Come ha trovato Zaniolo? E’ pronto a tornare protagonista in quale ruolo?

Dobbiamo capire. Ho una squadra tecnica, che mi piace tanto. Con molto talento e passione. Abbiamo persone che hanno lasciato per lavorare con noi e per noi. Dobbiamo lavorare tanto. Zaniolo è un talento fantastico. Sapevo cos’era successo per gli infortuni, dobbiamo trovare un ruolo nelle dinamiche di gioco. Non solamente per lui, per tutti è necessario l’habitat naturale. E’ importante un’idea di gioco dove il calciatore sia felice.

Volevo capire qualcosa di più del Mourinho umano. Ha già un’idea tattica per iniziare?

La abbiamo, ma deve essere lavorata ogni giorno e dobbiamo capire come possiamo far esprimere i calciatori al massimo in una situazione di confort. Non voglio che giochino dove non gli piace. Il miglior modo per andare al massimo è quello di metterli nella loro posizione. E’ difficile definire un modulo di gioco. Puoi giocare in un modo quando hai il pallone e in un altro quando non lo hai. Il documentario All or Nothing è reale. Le telecamere erano nascoste, all’inizio ci pensi, dopo non fai altro. Ti stai allenando, hai un microfono, ma per favore non dare idee a Friedkin per un altro documentario.

Le dispiacerà non incontrare Conte? L’hanno paragonata a lei…

Ci sono allenatori con cui non devi mai fare paragoni. Liedhom e Capello non puoi paragonarli qui. All’Inter nessuno si può paragonare a me e ad Herrera.

Ronaldo deve preoccuparsi del suo ritorno?

No, perché non gioco difensore centrale. Sono troppo scarso e troppo vecchio.

Come vede la Roma tra tre anni?

Festeggiando, non so che cosa ma festeggiando.

Domanda del tifoso: “Lo sai che se si vince qualcosa i nuovi nati del 2022 i nati si chiameranno Josè?”.

Giuseppe (ride, ndr).

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