Niente Italia, per De Rossi altro riposo

Niente Italia, per De Rossi altro riposo

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IL ROMANISTA – Gli assenti fanno quasi più notizia dei presenti. Il giorno dopo la vittoria contro la Slovenia a Lubiana, Cesare Prandelli incontra i giornalisti e, tra gossip e calcio (per la prima volta la nuova fidanzata va a trovarlo a Coverciano) risponde a 360 gradi sull’Italia di oggi «mi è piaciuta, adesso punto sempre di più al bel gioco e alla qualità» e su quella di domani: «Per adesso non cambio il gruppo. Questi giocatori verranno con me a Kiev per l’amichevole di martedì contro l’Ucraina. Però aspetto sempre sia De Rossi sia Pirlo, giocatori in grado di darmi qualità e dinamismo». Prandelli è tornato anche su Totti e Del Piero, le ultime due bandiere del calcio italiano che tra una settimana si affronteranno in Roma-Juve: «Ribadisco che se avessi bisogno di loro e loro giocassero come adesso, per una partita decisiva li chiamerei. Però qui facciamo riferimento ad un progetto più completo». Quanto a Balotelli, Prandelli ha voluto mettere paletti anche per il futuro: «Ha talento straordinario, quando mostrerà continuità sarà preso in considerazione – l’inconsueta freddezza del ct – Sui comportamenti non ho la bacchetta magica… Quanto al nuovo gossip, il procuratore dice che sulla rissa al ristorante non c’è nulla di vero».

Verissima è invece la nuova Italia, quella di Thiago Motta e di un centrocampo di qualità: «Thiago ha piedi brasiliani e mentalità europea: un punto di riferimento per i compagni – dice Prandelli – Con Pirlo, De Rossi, Montolivo e Aquilani ho un centrocampo di “universali”. Proposi qualcosa del genere a Firenze il primo anno, con Liverani, Montolivo e Kuzmanovic, e mi diedero del pazzo, ma arrivammo quarti…». Basta sapere cosa fare in campo, la ricetta del ct: «Ogni volta che ci ritroviamo a Coverciano – ricorda – lavoriamo sugli errori, con un piccolo ripasso: ieri dovevamo verticalizzare di più sugli inserimenti in attacco, ma siamo migliorati nelle distanze tra i reparti, ora di 7 metri più corte, sulle palle inattive, sul possesso palla». Smessi i panni del maestro, Prandelli ribadisce il senso della sua Italia: «Il segreto è la qualità a centrocampo: i giocatori vanno in campo tranquilli, è come a scuola».

E però la scelta è in controtendenza rispetto al campionato. «Non so se è un paradosso: so solo che non avevo alternative per gli esterni e così ho deciso di rischiare un’altra formula, e i giocatori ne sono stati entusiasti». Anche a costo di rimanere tutti a Coverciano, in attesa dell’amichevole di Kiev, nella settimana del derby. «Non posso dire ora se milanisti e interisti giocheranno, di certo sfrutterò tutta la rosa. Ma non mi aspetto che si arrabbi nessuno – la conclusione di Prandelli – Qui i giocatori sono allenati, curati, coccolati. E stemperano le tensioni. Chi sa di calcio e di sport, non si può arrabbiare ». No. Però sapere che, nella settimana di Roma-Juve, De Rossi è a Trigoria ad allenarsi con Montella (da martedì, oggi e domani riposo per tutti) fa un po’ più felici tutti i romanisti.

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