“Non meritavamo di uscire così”

“Non meritavamo di uscire così”

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IL MESSAGGERO (M. FERRETTI) – Roma eliminata, niente finale. Determinante, in negativo, la sconfitta subìta nella partita d’andata all’Olimpico. Il pareggio di San Siro serve, se non altro, a far morale in vista dello sprint finale in campionato, che comincerà domenica a Catania. Vincenzo Montella analizza la partita. «C’è rammarico per il risultato finale: ci abbiamo provato fino alla fine al di là dei pochi minuti di recupero. Menez? Ce l’ha messa tutta, ma sul piano della qualità e della continuità ci aspettiamo di più. La Roma del secondo tempo è stata migliore ma non per l’uscita di Menez. Prima c’era mancato coraggio, c’era mancata velocità. Poi abbiamo alzato i ritmi, abbiamo giocato a viso scoperto fino alla fine. E non meritavamo di uscire».
Domanda: ha mai pensato di schierare Vucinic e Menez dall’inizio con Borriello prima punta? «Ci ho pensato, ma non avevo un cambio vero in panchina e non potevo rischiare. Vucinic dall’inizio con il senno di poi? Tutti cambierebbero le cose a risultato acquisito ma io cerco di ponderare le scelte». E ancora. «La squadra ha fatto quello che poteva fare. Abbiamo tenuto in campo per novanta minuti Cassetti che non si era allenato negli ultimi giorni. E contro un’Inter di questo livello non si possono regalare i giocatori. Poi De Rossi ha chiesto il cambio e, vista l’uscita di Pizarro, è rimasto eroicamente in campo. Dunque lo ringrazio. Senza dimenticare gli squalificati e gli infortunati. Nel primo tempo potevamo rischiare di più, ma le occasioni le abbiamo comunque create. Potessimo tenere sempre il ritmo più alto degli avversari, faremmo bingo. Da qualche elemento tecnico ci si aspetta di più. Borriello è cresciuto nella seconda frazione perché la squadra lo ha supportato maggiormente. Faccio i complimenti a Greco che è entrato con determinazione e coraggio anche se con me non aveva giocato mai. A Catania dobbiamo mostrare i lati positivi offerti oggi. I ragazzi stanno facendo tutto quello che è nelle loro possibilità. Noi ci crediamo perché nelle difficoltà la squadra si compatta. Usciamo a testa alta. Il quarto posto? Io ci credevo quando eravamo a meno 9 e a meno 7, quindi bisogna sempre crederci per evitare di avere rimpianti. Il modulo cambiato? L’ho fatto per le assenze ma pure per come mi attendevo l’Inter. Sono contento per come la squadra ha interpretato il nuovo sistema anche in fase di non possesso perché non l’avevamo praticamente mai provato».
Simone Perrotta, poi. «Abbiamo preso il gol per un’ingenuità collettiva. La stagione? E’ stato un anno particolare: la dottoressa Sensi ci è stata vicino, ma non come negli anni passati perché era una precaria, se così si può dire. E nessuno di noi sa cosa aspettarsi: le tante voci sul futuro non aiutano la squadra. Non cerco alibi, però lavorare in un ambiente sereno è meglio. Montella? Ha un grande futuro».
Ecco l’analisi di Gian Paolo Montali. «Peccato perché nei 180 minuti la squadra ci ha provato. Stavolta la fortuna non ci ha aiutato. I tre minuti di recupero ci stanno molto stretti per le sostituzioni e le perdite di tempo. E poi quell’espulsione collettiva…».
Leonardo si gode la vittoria e torna sulla questione Gattuso. «Ho chiesto solo due cose: di sapere le verità che dice di voler raccontare, e di sapere cosa ne pensava il Milan. Dal primo non ho avuto risposta, dal club una risposta c’è stata. Ho letto, e meglio il silenzio. Ciascuno ha il suo stile…».
Si terranno oggi pomeriggio, ore 15, i funerali di Dario Brugnoli, addetto stampa della Roma del terzo scudetto, scomparso ieri a 68 anni.

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