James Pallotta ha dichiarato ad un giornalista: “Tutti i giocatori sono sempre sul mercato, lo stesso vale anche per i miei Celtics”. A queste parole segue una grande trade che riguarda proprio la squadra di basket di Boston. Tre stelle vengono cedute per creare spazio nel Salary Cap. Si tratta del capitano e uomo simbolo dei Celtics Paul Pierce, di Kevin Garnett e del play-guardia Jason Terry, tutti e tre ceduti ai Brooklyn Nets del neo-allenatore Jason Kidd. Tra l’anno scorso e quest’anno i Celtics hanno ceduto quattro giocatori che hanno contribuito alla vittoria del titolo nel 2008 e alla finale del 2010. Lo scorso anno era stato venduto anche Ray Allen. C’è subito da precisare una cosa: l’Nba ha logiche totalmente diverse dal nostro calcio e il fatto che i Celtics stiano rifondando la squadra è normale. L’unica cosa che colpisce duramente è la cessione del suo uomo simbolo, quel Paul Pierce che da sempre ha giocato nei Celtics e che nelle Finals del 2008 aveva vinto il titolo di Mvp (miglior giocatore delle finali).
Nell’Nba si tratta di una prassi normale come detto, discorso Pierce a parte. Esistono dei cicli e delle dinamiche diverse, i Celtics non vincevano da qualche anno e molto probabilmente con quella squadra non avrebbero più vinto, nonostante le stelle, e allora è iniziata la rifondazione. Sicuramente il calcio non è l’Nba e Totti non verrà ceduto né licenziato, in primis perché è un simbolo e in seconda istanza perché fa vendere ed ha una potenza di marketing che nessun altro giocatore della Roma e forse in Italia ha.
Le parole di Pallotta rimangono però come un monito: davanti ad un’offerta vantaggiosa nessuno è incedibile, verrebbe da parafrasare la frase di Humphrey Bogart nel film “L’ultima minaccia” e trasformarla in “è il mercato bellezza”!
