Paulo Sergio: “Due anni splendidi a Roma. Mourinho? Ideale per il salto...

Paulo Sergio: “Due anni splendidi a Roma. Mourinho? Ideale per il salto di qualità”

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Paulo Sergio, ex attaccante della Roma, è intervenuto in esclusiva ai microfoni di Rete Sport. Queste le sue dichiarazioni

Sull’Italia e il Brasile rispettivamente in finale agli Europei e della Copa America: “Sono stato due anni in Italia, due anni bellissimi, faccio il tifo per l’Italia, sono stato trattato benissimo e ancora oggi i tifosi mi vogliono bene soprattutto a Roma come è giusto che sia. Sarà una sfida difficile in finale per gli azzurri contro una tra Inghilterra e Danimarca. Il Brasile affronterà l’Argentina di Messi nella finale di Copa America, saranno due grandi sfide”

Sui nuovi talenti brasiliani: “Giocare in Italia non è facile, per i giovani arrivare in Italia e imporsi è molto difficile soprattutto in questo momento, dove le aspettative sono altissime anche a causa dei nuovi media e dei social. Non credo che in questo momento ci siano ragazzi brasiliani realmente pronti per giocare in Europa nei top campionati”

Mourinho? “Penso sia l’uomo giusto, ho lavorato con Zeman e iniziammo a costruire la struttura della squadra che poi vincerà lo Scudetto. Mourinho ha grande esperienza, è un vincente, un allenatore che può far fare il salto di qualità ai giallorossi”

Ricordi della Roma? “Solo belli. Una curva meravigliosa, due grandi sfide contro Juventus e Milan, gare nelle quali segnai. Affrontavo grandi campioni come Maldini e altri. Un campionato straordinario e la Roma si stava strutturando per vincere: gente come Cafu, Candela, Totti, Aldair, Di Francesco e altri, insomma una grande Roma”

Il presidente Sensi? “Ho un ricordo affettuoso, avevo con lui un rapporto bellissimo, è stato un presidente sempre presente, era un grande innamorato della Roma e lo dimostrava ogni giorno. Andai via dopo due anni, i dirigenti del Bayern mi chiamarono perchè volevano vincere la Champions League, avevano perso la Coppa contro il Manchester United. E’ stata una mia scelta andare in Germania, vincemmo anche il Mondiale per Club, erano 25 anni che i tedeschi non alzavano al cielo una Coppa dei Campioni, certamente a distanza di tempo mi è dispiaciuto non aver vinto lo Scudetto a Roma, ma non fu una decisione di Capello o di altre persone”

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