PETRACHI: “Dimostrato che la Roma non è una succursale. Dzeko? Nostra prima...

PETRACHI: “Dimostrato che la Roma non è una succursale. Dzeko? Nostra prima scelta dall’inizio. Nessuna ingerenza di Baldini. C’era bisogno di una rivoluzione: oggi gruppo più unito”

SHARE

CONFERENZA STAMPA – Durante la presentazione di Mkhitaryan, ha parlato il ds della Roma Gianluca Petrachi, a consuntivo del calciomercato estivo concluso due settimane fa:

“Presentiamo Miki, a nome di tutta la Roma calcio siamo contenti e orgogliosi di aver portato un altro giocatore di spessore internazionale. La sua qualità, la sua intelligenza e capacità tecnica possono portare un livello qualitativo a tutta la Roma. Noi sicuramente gli garantiremo quello di cui ha bisogno: sostengo, motivazione e voglia di giocare a calcio, con un pubblico che lo sosterrà. “

Sono arrivati giocatori importanti in prestito, è una difficoltà sulla continuità del progetto?
“A volte bisogna adattarsi a delle esigenze. Su Smalling e Mkhitaryan, a 48 ore dalla fine del mercato era difficile impostare un certo tipo di discorso. L’idea è quella di fare investimenti importanti anche su giocatori giovani. In passato sono stati investiti dei soldi importanti su giocatori che conveniva forse prendere in prestito per valutarli. Nella situazione finale del mercato, si potevano fare investimenti sui giovani o scelte su calciatori di livello, che un mese fa si poteva prendere solo a titolo definitivo come Miki. I top player hanno ingaggi e costi elevatissimi, noi dobbiamo stare attenti al bilancio. Quando è stato possibile prenderlo in prestito ed è stato bravo anche lui a ridursi l’ingaggio per venire a giocare a Roma. Miki vuole reinvestire su stesso, per rilanciarsi. Si sono create delle opportunità su cui abbiamo fatto delle operazioni furbe. Poi il tempo dirà se avremo la forza e la capacità di trattenere un giocatore del genere, fare investimenti importanti e aumentare il tasso qualitativo di cui la Roma ha bisogno”

Che cosa non ha funzionato nelle trattative Higuain Icardi e quando avete deciso di rinnovare Dzeko?
“Quando parlai la prima volta ho sempre detto che Dzeko era il centravanti della Roma e mi sarebbe piaciuto tanto poterlo trattenere. A volte si fanno delle strategie per arrivare ad altri obiettivi. Ho sempre nutrito la speranza di poter trattenere Edin, perchè quello che era successo prima, nell’anno difficile della Roma, aveva pesato sull’umore del giocatore. Gli ho fatto capire che il vento sta cambiando, che sta nascendo una Roma diversa di cui lui doveva essere il punto di riferimento, sicuramente il pressing dell’Inter aveva messo nella sua testa delle situazioni importanti, ho provato a smontarle, non sarebbe stato importante all’Inter come alla Roma, l’Inter non ha mai fatto un’offerta giusta per Edin. Ringrazio lui e Martina, per farlo riflettere e convincerlo a restare. Gli altri attaccanti erano alternative, la nostra prima scelta è sempre stata Edin”

La sua opinione sugli infortuni? Cosa si sta facendo per porre fine a questo problema?
“Sicuramente sono delle valutazioni oggettive che personalmente sto facendo, lo scorso anno nel mio Torino ho avuto pochissimi infortuni a livello muscolare. E’ evidente che quando ti metti nelle condizioni di entrare in nuovo ambiente devi capire le metodologie. Tanti atleti hanno il proprio personal trainer, bilanciando il lavoro da fare. Sto cercando di capire chi lo utilizza, che tipo di lavori specifici vengono effettuati in palestra, esiste però anche la casualità, capisco che siamo tutti scottati dai 50 problemi muscolari della scorsa stagione. Spinazzola ad esempio ha avuto qualche problemino nella sua carriera, Pastore idem, la cosa che mi ha stupito è quello di Zappacosta, perchè si è fatto male nel riscaldamento pregara e non presentava delle problematiche. Under è una fibra bianca, è esplosivo, deve sapersi gestire. Mi ha raccontato che si è stirato facendo un colpo di tacco improvviso, situazioni che però possono capitare. La mia attenzione massima è rivolta a questo tipo di problematica, cercheremo di annientare ogni tipo di alibi, visto che i ragazzi si sono lamentati della durezza del campo,  ho chiesto subito alla società di intervenire. Stiamo rizollando tutti i manti erbosi, togliendo così tutti gli alibi”

La Roma fa investimenti da top club, si vede anche dal livello del monte ingaggi. Pensa che alla fine del mercato ha raggiunto i suoi obiettivi in quale percentuale? E’ un mercato da Champions? C’è il rischio che sia un mercato per ottenere subito risultati altrimenti ci potrebbero essere effetti collaterali?
“Credo di averci messo l’anima, tutto quello che avevo dentro di me, con una logica calcistica. Quando arrivi in una nuova società ci sono cose che funzionano, altre meno. Ho cercato di fare una piccola rivoluzione, era necessario farla. Servivano giocatori ambiziosi, che sentissero senso d’appartenenza. Ho chiesto pazienza, quando ho parlato di anno zero. Sono convinto di aver creato qualcosa su cui far rinascere l’entusiasmo e l’orgoglio romanista, sono convinto di aver creato un gruppo importante. Tanti giocatori che stavano qui sono andati via perchè non erano felici di restare, abbiamo fatto i rinnovi di giovani importanti, trattenendo ragazzi di valori, con cifre congrue, perchè qua a volte si è esagerato sulle valutazioni economiche, sto cercando di far quadrare tutto, amalgamando una squadra intorno a giocatori di spessore. C’è un allenatore che sta cercando di portare la sua mentalità e la sua cultura del lavoro. Sono soddisfatto e non vorrei parlare più di mercato, ma del Sassuolo. E’ giusto lasciare da parte gli ultimi mesi e focalizzarci sulla stagione sportiva. Ci manca già qualche punto perchè col Genoa dovevamo portare a casa i tre punti, quando non arrivano i risultati nell’immediatezza c’è un po’ di sconforto, ma sono fiducioso perchè vedo come i ragazzi si allenano, c’è senso d’appartenenza, c’è voglia di stare insieme, quando sono arrivato c’era tanta disgregazione, oggi vedo tanta umiltà, unione d’intenti. Non posso garantire oggi che la Roma sia da Champions, non faccio il veggente, ma penso di aver costruito una squadra tosta, che dimostrerà il suo valore di partita in partita”

La Roma è terza nel monte ingaggi, come può lavorare lei in futuro? Ci sono giocatori come Pastore che hanno un ingaggio lungo e altissimo, ma con un rendimento scadente. Dove può operare ancora per portare la Roma ad un monte ingaggi inferiore?
“Non ho visto accuratamente l’indagine della Gazzetta, ho visto il nostro monte ingaggi ma c’è qualche incongruenza non so se siamo effettivamente terzi nella lista, gli ingaggi veri non vengono riportati correttamente. Su questo dato sarei molto cauto, non perchè voglia smentire la Gazzetta, però credo che ci siano degli errori, anche su altri giocatori di altre squadre. Sicuramente il fatturato di un club relativo al proprio monte ingaggi ha sempre determinato le vittorie o una posizione di prestigio. Il monte ingaggi della Roma è molto alto, per questo parlavo di tornare a dei valori equi e giusti, il fuoriclasse deve anche saper portare la croce, se dai tanti soldi a un giocatore deve saper portare il suo aiuto alla squadra. La Roma su questo deve migliorare, cercheremo di equilibrare la situazione, oggi il livello è sfalsato, il mio obiettivo è ricalibrare il tutto cercando di tenere un tasso qualitativo altissimo”

Il fatto di aver aspettato gli ultimi giorni di mercato è stata una strategia? O una necessità? C’è un rimpianto del mercato?
“E’ stata sicuramente un’opportunità, il fatto che in Premier chiudesse prima è stato un vantaggio per tutti. Un mese fa Miki si poteva prendere acquistandolo a cifre importanti con un ingaggio da top player, in quel momento non ero nella condizione di poterlo fare. Poi ho aspettato di poter fare altre valutazioni, si era parlato di prendere un ragazzo brasiliano, che poteva avere delle qualità in prospettiva, ma solo alle nostre condizioni, non quelle sparate dal club brasiliano. Ho risentito Mino Raiola, dicendogli che non volevo prendere più l’esterno, chiedendo se si poteva prendere in prestito Miki, lui mi ha risposto che avrebbe provato a fare l’affare. Miki voleva lasciare l’Arsenal, parlando con lui gli ho detto che era più adatto al campionato italiano che alla Premier, perchè è un giocatore prevalentemente tecnico, mentre in Premier poteva fare più fatica. L’idea di puntare su di lui era quella di metterlo in condizioni di poter esprimere totalmente le sue qualità. C’è stata anche strategia in tutto questo, l’attesa per questi due acquisti è stata sicuramente una cosa voluta. Non ho rimpianti particolari, credo di esser riuscito a fare tutto ciò che avevo in testa, non sono state fatte altre due uscite di due giocatori per andare a giocare in prestito, ma non hanno accettato, con due unità in meno saremmo ancora più compatti, ma avendo tante partite, questi due giocatori avranno modo e maniera di farmi ricredere. Rimpianti in entrata non ne ho, siamo riusciti tutti quanti, con Guido Fienga che rappresenta in Italia la proprietà in maniera esecutiva e l’approvazione del presidente Pallotta, che mi ha dato l’ok per farmi prendere gli obiettivi che volevo. Ringrazio la Roma per avermi messo nelle possibilità di fare quello che nella mia testa era doveroso fare”

A che punto è il lavoro di Fonseca?
“Ho parlato proprio ieri col mister, parlando di questo. Lui deve continuare a portare avanti il proprio credo, una mentalità innovativa. E’ normale che quando provi a destrutturare una mentalità, come quella italiana, dove ci si chiude dietro per ripartire, ti scontri con un’idea diversa. Deve insistere su quello che sta portando avanti, senza dubbi, perchè quando arriveranno i risultati e i giocatori si convinceranno che l’idea di aggredire gli avversari, certamente con un po’ più di equilibrio che finora c’è mancato, ma si trova solo allenando e giocando insieme, sono convinto che questa filosofia ci porterà ad avere coraggio e ambizione, con risultati importanti. Bisogna ora vincere qualche partita, anche con un pizzico di fortuna, ma quando partiremo confido molto nella struttura di questa squadra, che può andare a giocare a calcio in qualsiasi stadio”

Ha gestito una situazione con tanti esuberi. E’ stato difficile gestire questa difficoltà?
E’ stato uno dei grandi problemi, non si può fare una squadra di 50 giocatori. Su ogni singola entrata dovevo pensare ad un’uscita, altrimenti salti in aria. Alcuni calciatori forti della ricchezza del proprio contratto tendono a fare resistenza, poi quando vieni a Roma, in una città meravigliosa, con una tifoseria calda e accogliente. Quindi fai fatica a convincerli a spostarsi. Però con sincerità e coerenza, dicendo cose chiare in faccia a giocatori e agenti ti aiuta. Ho cercato di far capire loro che era più giusto andare via anziché fare delle comparse. Credo di esserci riuscito all’80%, è rimasto qualche residuo ma può starci. Sono contento della campagna acquisti-cessioni”

Paratici e Marotta le vogliono più o meno bene al termine di questo mercato? Quale è stato il ruolo di Baldini?
“Sono orgoglioso di aver mantenuto la promessa data a tutti i tifosi, il primo giorno che mi sono insediato, quando ho detto che la Roma non sarebbe stata una succursale di nessuno. Questa forza d’urto è stata compresa da parte di tutti. Hanno capito che non possono venire a Roma a dettar legge, a prendersi i calciatori come vogliono, tutti oggi sono consapevoli che quando c’è da parlare di giocatori ci sono dei tempi e dei modi  e finchè ci sarò io questa linea sarà mantenuta. Baldini non ha mai intralciato il mio lavoro in questi mesi, sono stato chiaro con lui. Un mese fa devo dire che mi chiamò per dirmi che aveva saputo che Mkhitaryan potesse partire dall’Arsenal, ma ho risposto a lui che non c’erano i fondi per prenderlo a titolo definitivo. Questa è la forma di collaborazione di cui parlai nella mia prima conferenza. Successivamente ho mantenuto sotto traccia con Raiola questa ipotesi, per arrivare a Miki con una certa furbizia, quando lavori con certi agenti hai la forza di non far uscire certe notizie. L’acquisto di Miki è uscito la domenica sera, Raiola non voleva che si sapesse, per far arrivare il ragazzo la mattina e fare le visite mediche. Non ho avuto problemi con Franco, è stato al suo posto, come promesso all’inizio, sono contento anche di come è stato bilanciato il lavoro. Che poi Franco si confidi con Pallotta, questo ben venga. L’operazione Smalling non ne era neanche a conoscenza, perchè anche lì è stata una cosa last minute. Sono molto contento di come abbia funzionato il lavoro di squadra”

Schick?
A volte ci sono delle cose che funzionano e altre meno nel calcio. L’operazione Schick non discutendo il livello tecnico del calciatore, lo reputo un ragazzo dalle enormi potenzialità, ma credo che le è arrivato qui con tante, forse troppe aspettative, pagato 40 milioni, soffiato alle altre big, questo ha creato delle aspettative e poi infranto i sogni dei tifosi. Credo che anche nel caso in cui avesse fatto cose strabilianti, il suo cammino qui era già marchiato. Aveva bisogno di andare a giocare, fare esperienza altrove, nella speranza che le sue vere qualità vengano fuori, molto dipende dal suo carattere, dalla voglia di crescere e affermarsi. Mi auguro che il ragazzo si ritrovi, questo non era l’ambiente giusto per farlo, mettendo in mostra quello che riesce a fare spesso in Nazionale. A fine anno vedremo cosa riuscirà a fare, rimane un patrimonio della Roma, è andato via in prestito con diritto di riscatto, c’è stata una variazione e qualche problemino col Lipsia, ma sono altresì convinto che Schick possa fare molto bene in Germania, togliendosi il peso di questa responsabilità che la Roma gli aveva appiccicato addosso”

NO COMMENTS

LEAVE A REPLY

*

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.