Petrucci e La Russa, comincia la rosicata

Petrucci e La Russa, comincia la rosicata

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IL ROMANISTA – Nella sua prima giornata romana Thomas DiBenedetto ha incassato tanti messaggi di benvenuto. Primi fra tutti quelli dei tifosi della Roma, ma anche alcuni da parte di esponenti del mondo del calcio e della politica. Complimenti, ma non solo. Perché l’uomo che sta prendendo nelle sue mani la Roma e che ha scatenato il popolo romanista, entusiasta per le prospettive che il suo arrivo può regalare alla formazione giallorossa, ha dovuto subito toccare con mano anche le resistenze che troverà nel nostro
Paese. E’ bastata una sua frase sull’Olimpico («non gratifica affatto la passione dei romanisti, le tribune sono troppo lontane dal campo, il rumore con la distanza si perde.
Anche per questo ci vorrà uno stadio nuovo e diverso»), peraltro condivisa da tutto il popolo giallorosso, che subito è arrivata la risposta piccata di Gianni Petrucci.
«Thomas DiBenedetto non è certo partito col piede giusto – ha detto il presidente del Coni -. Le sue battute sullo Stadio Olimpico non mi sono piaciute affatto. Possono anche non venire a giocare all’Olimpico, ma devono rispettare la storia di questo impianto. Gli stadi di proprietà sono la strada giusta, purché li facciano però. Nell’attesa rispettino l’Olimpico. DiBenedetto non è ancora presidente della Roma e la prima cosa che ha fatto è stata quella di attaccare l’impianto dove Roma e Lazio ci chiedono di giocare. Se questa è la sua partenza, da parte nostra non può esserci entusiasmo. Ricordo a tutti che nel 2009 abbiamo ospitato la finale di Champions League, ricevendo elogi da Inghilterra e Spagna».

Peccato che la stragrande maggioranza dei tifosi, quelli che ogni domenica vanno allo stadio per “intravedere” la partita, e che da anni si lamentano di un impianto non più adeguato ad una grande squadra, non siano affatto d’accordo con lui. Così come ben pochi hanno apprezzato l’uscita del Ministro della Difesa e grande tifoso interista, Ignazio La Russa che ha commentato così l’arrivo di DiBenedetto: «Gli americani che acquistano la Roma, spero che rimanga un fatto unico, ma tanti auguri alla Roma, se fosse un metodo non mi piace – ha detto a “La politica nel Pallone” su Gr Parlamento -. Mi è venuto in mente il film di Totò che vendeva la Fontana di Trevi, spero non sia così, ma è una battuta. Comunque non è che mi sia piaciuta molto, ma anche la Juve ha fatto mettere i soldi a Gheddafi».
Di parere contrario il sindaco di Roma, Gianni Alemanno, che a chi gli ha chiesto se questo passaggio di proprietà possa essere considerato una scalata straniera di una società italiana, ha risposto: «Non la vedrei in questi termini: queste squadre sono imprese radicate sul territorio e non possono essere portate via». E anche i nuovi proprietari saranno «una realtà che sarà radicata sul territorio e anche il presidente DiBenedetto si trasferirà a Roma». Insomma, Alemanno è stato chiaro: «siamo molto contenti che finalmente stia terminando questa lunghissima vicenda. Il gruppo imprenditoriale ha una forte caratura internazionale. Entro domani (oggi, ndr) dovrei incontrare il gruppo imprenditoriale che sta acquistando la As Roma. So che ambiscono giustamente ad avere una collaborazione della città per sviluppare la squadra e noi non ci tireremo indietro perché ci teniamo che ci sia una Roma forte in grado di entusiasmare i tifosi».

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