Progetto, costi e guai: Tor di Valle frena. Tocca al Flaminio

Progetto, costi e guai: Tor di Valle frena. Tocca al Flaminio

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Il pignoramento, ultima tegola sul progetto del nuovo stadio della Roma, è arrivato da una società chiamata Penelope. Come la tela della moglie di Ulisse, le speranze intorno al progetto di Tor Di Valle sono state fatte e disfatte mille volte. Oltre al pignoramento da 1.6 milioni sui terreni, i veri nodi della questione sono due. Il primo è politico, visto che la maggioranza, nonostante le promesse della sindaca Raggi, non assicura la tenuta per il via libera. Il secondo riguarda la Roma, a cui il progetto non convince più per i costi, per la zona e per la filosofia (pre-Covid) che sottende.

Come riporta la Gazzetta dello Sport, da un lato c’è chi propone Tor Vergata, pensando ad una riqualificazione dell’area come si voleva fare per Roma 2024, ma c’è un problema con l’Università relativo ai terreni. Parallelamente prende quota il Flaminio, il club gradirebbe un impianto in centro, da ristrutturare in un paio d’anni, con una capienza di 45.000 posti e non spendendo più di 350 milioni, compresi gli scavi per i parcheggi. Possibile? Il Flaminio è di proprietà del Comune, che rischia la causa da parte della Roma per i tanti ritardi. E allora una soluzione potrebbe essere questa: il club rinuncia a chiedere i danni e ottiene dal Comune una concessione dell’impianto per 99 anni. Anche se non sarà facile, perché l’area presenta rischi per l’ordine pubblico.

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