Rabbia e silenzio. La Roma è furibonda per lo sgarbo del Var

Rabbia e silenzio. La Roma è furibonda per lo sgarbo del Var

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Corriere dello Sport (R.Maida) – La VARiabile impazzita, quella che non controlli e toglie il senso di ogni allenamento, ogni studio, ogni tentativo. La Roma si sente penalizzataall’indomani della sconfitta con l’Inter, pesante nelle proporzioni e inaccettabile nello svolgimento. Non è stata preparata una protesta ufficiale, né c’è stata particolare tensione negli spogliatoi con gli arbitri, ma a Trigoria attribuiscono un rilievo determinante all’episodio-chiave, quel contatto in area tra Perotti e Skriniar che avrebbe meritato il rigore e che è stato derubricato inspiegabilmente a calcio d’angolo dopo lo sguardo al Var effettuato da Orsato. Si era sull’1-0 e la Roma sembrava padrona della partita. Poi invece, insieme con il terzo palo della serata colpito dallo stesso Perotti, è cambiato tutto.

FURIA – Quello che non è piaciuto alla Roma, espresso peraltro nelle interviste del dopo-partita sia da Di Francesco sia da Perotti, è la valutazione fantasiosa che è stata data all’episodio. Il Var è stato effettivamente utilizzato, come testimonia il labiale dell’arbitro Irrati («Che faccio?») sussurrato nell’auricolare al collega sistemato davanti alla moviola, cioè Orsato. Ma se Orsato ha rivisto l’episodio, non ritenendo che fosse giusto delegittimare Irrati davanti a una svista non eclatante, perché non ha almeno evitato l’errore più grottesco, cioè l’assegnazione di un calcio d’angolo che non c’era?

SILENZIO – La Roma ha preferito non urlare la sua rabbia. Ma si aspetta un chiarimento definitivo sul Var, contestato ormai da molte parti, dal responsabile della materia Roberto Rosetti, che il 17 agosto è stato a Trigoria per una lezione a squadra e dirigenti e che sabato, guarda caso, era in tribuna all’Olimpico. A fine partita il dg Baldissoni e il team manager De Sanctis, come da protocollo, sono andati a salutare il gruppo arbitrale, ma non c’è stato alcun commento sull’episodio incriminato. Non era quella la sede, con tante orecchie intorno, per manifestare dissenso. La Roma per la verità ha anche un uomo di fiducia che accompagna gli arbitri all’Olimpico e ne predispone l’accoglienza e la logistica, Alberto Dionisi, ma non si tratta di un dirigente. Dunque nemmeno lui ha il diritto e il dovere di rappresentare la posizione politica della società.

DIBATTITO – I dirigenti sono già stati rincuorati dal clamore che ha suscitato l’errore di Roma-Inter. Il problema non è più capire se sia corretto l’utilizzo della moviola, ma fissarne con decisione i confini. Rosetti aveva parlato di un episodio da Var ogni tre o quattro partite, mentre la media delle prime giornate è stata molto superiore. Con margine di discrezionalità diverso a seconda degli arbitri coinvolti. Urge uniformità, la vecchia chimera.

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