Reds tra certezze e paure. «Sarà dura, ma vinciamo»

Reds tra certezze e paure. «Sarà dura, ma vinciamo»

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IL MESSAGGERO (S. CARINA) – Una cosa è certa: l’effetto-sorpresa non ci sarà. Perché il 3-0 al Barcellona di qualche settimana fa, ha fatto troppo rumore per non incutere quel timore che normalmente tre gol di vantaggio attenuano in un match di ritorno. Il Liverpool arriva all’Olimpico consapevole che i 90 minuti che l’attendono «saranno molto lunghi» (copyright di Monchi): «Sappiamo che la qualificazione è ben lontana dall’essere terminata e che sarà una partita difficile – ha spiegato il portiere Karius – ma abbiamo le possibilità e la qualità per colpire la Roma e batterla anche in casa. Saremo pronti dal primo minuto ed è ciò che ci serve per passare il turno». Dice bene il numero dei Reds: il Liverpool sembra nato per mettere in difficoltà i giallorossi. I tre contropiedisti (Salah-Firmino-Manè) di Klopp hanno qualità, velocità e l’imprevedibilità necessarie per segnare con chiunque e dovunque. Non si spiegherebbero altrimenti gli 89 gol all’attivo in stagione (Firmino prolunga il contratto, Momo attende il ritocco dell’ingaggio). E segnare, anche all’Olimpico, è l’obiettivo numero uno degli inglesi. Parola del difensore Gomez: «Abbiamo mostrato in questa stagione che la migliore forma di difesa per noi è l’attacco, quindi probabilmente faremo ancora così. Ovviamente saremo attenti ai loro attacchi, i due gol che hanno segnato dimostrano che dovremo tenere gli occhi aperti. Non penso che potremo andar lì e provare a difendere per tutta la gara, ci porterebbe pressione e non è il calcio che siamo abituati a giocare. Vogliamo andare lì per provare a fare altri gol».

MANÈ RECUPERA E se l’intento è questo, immaginate il sorriso di Klopp (che dovrà fare a meno di Oxlade-Chamberlain: stagione finita e mondiale sfumato) quando ha saputo ieri che Manè sarà della partita. Non è un caso che il Liverpool sia rimasto a secco sabato con lo Stoke: senza il senegalese (a riposo in campionato), anche la macchina (quasi) perfetta del tecnico tedesco s’inceppa. Anche in una gara come quell’andata dove l’ex Southampton ha sbagliato due occasioni clamorose, alla fine ha comunque portato a casa un gol, un assist e una rete annullata. Insieme a Salah, è il pericolo numero uno per la Roma perché soprattutto in trasferta, spetta a lui (e all’egiziano) agire negli spazi, allungando il Liverpool quanto (e quando) serve, favorendo i lanci da dietro dei centrocampisti. Poi, a difendere, ci pensa van Dijk (pagato dai Reds 85 milioni): «Sono emozionato. Queste sono le grandi partite che in una carriera speri di giocare. Mi sto godendo al massimo il momento». La speranza, come amava ricordare Seneca, «è che ogni piacere ha il suo momento culminante quando sta per finire».

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