Rimandati alla prova del 9

Rimandati alla prova del 9

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Prima o poi doveva succedere. Prima o poi si doveva inciampare, senza necessariamente farsi male. Il pareggio contro l’Inter ferma a 8 le vittorie consecutive, frena le ambizioni dei giallorossi ma sicuramente non ne ridimensiona le potenzialità. Era difficile, per non dire impossibile, pensare di poterle vincere tutte, e se si doveva pareggiare non c’era forse miglior squadra per farlo che contro i nerazzurri, rimasti con il ritardo di 5 punti. E se poi la domenica seguente la Fiorentina non va oltre lo 0-0 a Frosinone, puoi anche metterti ad esultare perché quel gol di Perisic è diventato improvvisamente solo un piccolo taglio, che nel giro di qualche giorno dimenticherai anche di aver avuto.

NAINGGOLAN DOPO GOL  1 ROMA INTER

Sono state, Real Madrid compreso, 10 partite complesse, esaltanti, stancanti. Peccato, perché mancava solo l’ultimo passo per chiudere un ciclo pressoché perfetto prima di ricaricare le pile durante la sosta, e la sensazione è che con altri cinque-dieci minuti il gol vittoria sarebbe arrivato, ma d’altra parte bisogna ricordare che a 300 secondi dalla fine si era in svantaggio, e con un eventuale risultato negativo i giochi Champions si sarebbero rimescolati, consegnando alla formazione di Mancini una mezza chiave del nostro destino. La squadra è infatti apparsa stanca e probabilmente sarebbe stato più utile essere pazienti anziché essere frenetici nell’andare alla ricerca dei tre punti. Va bene comunque così, perché i ragazzi di Spalletti hanno ancora tanto da imparare, e gli errori è meglio farli adesso che ripeterli nella prossima stagione. Ovviamente, con il Napoli a +7, il secondo posto è diventato quasi un’utopia. I partenopei, con la fine del campionato ormai vicina, stanno mantenendo una continuità di risultati importanti alla pari quasi della Juve, e pensare di raggiungerli sarebbe come guardare un orizzonte fin troppo lontano.

DZEKO IMPALPABILE  DOPO GOL  7 ROMA INTER

E poi c’è il dilemma Dzeko. Un dilemma tecnico-tattico che pone il bosniaco a metà strada e rischia di creare guai al mister di Certaldo. L’ingresso del bosniaco è stato senza dubbio deludente dal punto di vista individuale, con un gol clamorosamente fallito (l’ennesimo), una ciabattata trasformatasi fortunatamente in rete, e una respinta involontaria sul possibile 2-1 di Salah. Allargando la prospettiva però, è innegabile come il suo ingresso abbia cambiato l’incontro, scardinando la difesa nerazzurra; d’altronde sono i numeri a testimoniarlo, con ben 15 palloni toccati nell’area avversaria in circa mezz’ora e un rigore procurato, ma non fischiato. Se Dzeko trasformasse in oro le sue occasioni staremmo qui a parlare probabilmente di un centravanti imprescindibile per la Roma. Nei commenti, come sul campo, ci vuole equilibrio. Per cui non affrettiamoci a etichettare come bollito un giocatore che può risolverci parecchie grane. Lasciamo la questione al tecnico, perché è solo a lui che compete, e noi «prendiamone atto». Al massimo sarà poi una responsabilità del ds. Chi sarà? Sicuramente non Sabatini, che ha già comunicato il suo addio a fine stagione. Speriamo alla fine che non rimpiangeremo anche lui.

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