Roma e Lazio, addio stadio? Che guai dopo il no di Monti

Roma e Lazio, addio stadio? Che guai dopo il no di Monti

SHARE

(Repubblica.it – F. Bianchi) – “E adesso aspetto di vedere cosa fa il governo per lo sport”, ha sibilato un avvelenatissimo Giovanni Petrucci. Già, perché svanito il sogno olimpico ora bisogna davvero capire che ne sarà, ad esempio, di tanti impianti progettati e mai finiti (vedi Tor Vergata…). Potrebbe essere creato un tavolo per l’impiantistica sportiva, vecchio sistema italiano per non fare niente: potrebbe coordinarlo il ministro dello sport Pietro Gnudi, che era sì favorevole all’Olimpiade di Roma ma ha votato pure lui per bocciare la candidatura (figuratevi se ci fosse stata Giovanna Melandri…). L’unico che davvero si è battuto per Roma 2020 è stato il ministro Corrado Passera ma la verità che Gianni Alemanno è stato “mollato” al suo destino anche dal suo partito, il Pdl. Il Coni riceve come contributo statale 408 milioni al’anno, quando la legge ne prevede 470: un taglio consistente-ma accettato senza batter ciglio da Petrucci e c.- deciso per la verità non da Monti ma dal precedente governo Berlusconi-Tremonti. Inoltre la legge sugli stadi, come noto, giace da anni alla Camera: il relatore Barbaro, finiano, era ottimista ma non è stato fatto un passo avanti. La Juve lo stadio se l’è fatto per conto suo. Il Credito Sportivo è pericolosamente commissariato da Bankitalia, e il Coni ha fatto presente le sue preoccupazioni: in novembre sembrava che alla presidenza dovesse andare Franco Carraro, ma la sua candidatura non è ancora tramontata. Di sicuro sono fermi i progetti per gli stadi di Cagliari, Udine, Palermo, eccetera. E il no olimpico mette nei guai seri anche Roma e Lazio: sì, perché nel piano era prevista una spesa non sono per rimodernare l’Olimpico (già a norma Uefa) ma anche per nuovi impianti a Roma e in Italia. Circa 100 milioni di euro, oltre a 35 per il Flaminio. Che succederà adesso? Che faranno Roma e Lazio? Gli americani sembrano un po’ disamorati e hanno capito forse che fare un nuovo stadio in Italia è un’impresa ciclopica, o quasi. Tra l’altro, la società ora dovrà fare un nuovo aumento di capitale. C’è l’accordo con il Coni di restare all’Olimpico almeno sino al 2015, poi si vedrà: ma del nuovo impianto (dove, poi?) della Roma si parla sempre meno. Lotito invece è molto combattivo e non si arrende di sicuro: lo stadio della Lazio è fra i suoi sogni, anche se adesso è molto impegnato a Salerno e sta guardando anche con attenzione al Pergocrema e al Bolzano (lì forse c’è la possibilità di fare un impianto con centri commerciali, eccetera).

NO COMMENTS

Comments are closed.