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FOCUS CGR – Basta cliccare sul profilo wikipedia o visionare qualche immagine su google, per capire che Pedro Rodriguez è uno dei calciatori più vincenti della storia recente del calcio internazionale. 27 trofei complessivi, tra Barcellona, Chelsea e Nazionale Spagnola, uno dei pochi calciatori nella storia ad aver vinto ogni competizione (nazionale o internazionale) alla quale ha partecipato. Con una postilla, decisiva: Pedro è sempre stato protagonista. Nella stagione d’oro 2009, con la maglia del Barcellona, l’attaccante spagnolo ha siglato almeno una rete in Liga, Champions League, Coppa di Spagna, Supercoppa Spagnola, Supercoppa Europea e Mondiale per Club, diventando il primo giocatore nella storia a segnare in 6 competizioni diverse durante una singola stagione.

NUMERI E RENDIMENTO – E’ evidente che il primo parametro che ha spinto la Roma ad avvicinarsi a Pedro, è dettato dalla sua esperienza internazionale e dal tasso di vittorie raggiunte in carriera. Il secondo è legato alle sue qualità: Pedro è un esterno offensivo in grado di agire su entrambe le fasce. Velocità, dribbling e tiro secco, ma anche opportunismo sotto porta. La sua abilità nell’usare entrambi i piedi lo rendono un giocatore in grado di fare la differenza su entrambi i fronti dell’attacco (in carriera 234 partite come ala destra, 163 come ala sinistra). Giocatore decisivo, capace di segnare in ogni finale disputata con 9 realizzazioni all’attivo e autore complessivamente di 142 reti e 90 assist con le maglie di Barcellona e Chelsea. 

INDISPENSABILE PER I TECNICI – Sembrava destinato a una carriera anonima, ma a 20 anni lo scoprì sua maestà Pep Guardiola. Era conosciuto come ‘Pedrito’ perché quello era il suo nome di battaglia nel Barça B, dove la sua carriera calcistica non sembrava destinata a decollare. Si stava discutendo un trasferimento al modestissimo Portuense, squadra della provincia di Cadice che militava nella Segunda B. Quando Guardiola fu nominato allenatore del Barça B, il tecnico catalano lo osservò e ne bloccò la cessione e una premonizione “Quel 7 si chiama Pedrito e un giorno vedrai quanto è bravo” (riferita dal giornalista Santiago Segurola su Gazzetta dello Sport nel 2013 ndr). Ad apprezzarlo furono altri tecnici: il CT spagnolo Del Bosque, che se lo portò in extremis al mondiale e gli fece giocare 5 partite, finale compresa. Recentemente Antonio Conte al Chelsea ne ha amplificato ancora di più il potenziale offensivo, nel suo 3-4-2-1, ponendolo insieme ad Hazard alle spalle di Diego Costa e arrivò la vittoria in Premier. Dunque: duttilità, gol, costanza di rendimento ed esperienza. Un cocktail prelibato che anche Paulo Fonseca vuole degustare…

 

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