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Roma: la difesa e i nervi tesi sono i maggiori ostacoli per la Champions

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ANSA – «L’unica cosa positiva, oltre al risultato, è stata la voglia di vincere». Vincenzo Montella non si può certo accusare di scarsa sincertià. Il tecnico della Roma, dopo il 3-2 conquistato all’ultimo respiro in casa del Bari già aritmeticamente retrocesso, non se l’è proprio sentita di festeggiare una vittoria che alla fine potrebbe anche risultare determinante nella corsa al quarto posto che vale la Champions League. Il motivo? Innanzitutto, ancora una volta la formazione giallorossa ha mostrato una fragilità difensiva e nervosa preoccupante. Il reparto arretrato ha rischiato più volte di subire il ko definitivo (e comunque ha già incassato ben 49 reti, ndr), mentre De Rossi e Perrotta hanno perso il controllo lasciando alla fine la Roma in 9 uomini. E poi, proprio a causa di questa doppia debolezza, c’è poco da stare allegri in vista del match di sabato prossimo contro un Milan che scenderà all’Olimpico con tutta l’intenzione di festeggiare il prima possibile la conquista dello scudetto. A preoccupare Montella, insomma, è l’instabilità di una squadra che «può e deve dare di più». «Non abbiamo fatto una bella partita, sia nel primo che nel secondo tempo – ha ammesso l’allenatore giallorosso nel dopo gara -. La partita racchiude la storia dell’annata e di alcuni giocatori: questa squadra è capace di tutto, con la volontà riesce a sopperire a situazioni complicatissime create anche per demeriti propri. Poi c’è la voglia di vincere fino alla fine, ma non c’è da essere contenti per la maniera scomposta in cui arriva». E scomposte sono state anche le reazioni avute in campo da De Rossi e Perrotta. Se per quest’ultimo però si è trattato di un gesto di poco conto (tanto che se arriveranno due o più giornate di squalifica il ricorso della società giallorossa scatterà immediato, ndr), diverso è il discorso legato a ‘Capitan Futurò. La gomitata rifilata a Bentivoglio è infatti un’istantanea che riporta alla mente i colpi inferti quest’anno in Champions League al volto del capitano dello Shakhtar Donetsk, Srna, e andando più indietro nel tempo, ai Mondiali del 2006, al giocatore degli Stati Uniti, McBride. Per De Rossi, l’espulsione del San Nicola rappresenta il decimo cartellino rosso rimediato con la Roma (finora ha scontato 19 giornate di squalifica in Serie A, comprese quelle per ammonizioni sotto diffida), mentre i gialli sono già a quota 80. Più in generale, la stagione a nervi tesi è evidenziata dalle 30 giornate di squalifica già scontate. Che il giudice sportivo, una volta sanzionati De Rossi e Perrotta, farà ulteriormente aumentare. «Ma il nervosismo in campo ci sta – ha cercato di spiegare Totti a Bari -, non sono riuscito a vedere quello che ha fatto Daniele, noi però gli stiamo vicino perchè è un giocatore nostro, gli vogliamo bene e può dare tanto». Ne è convinta anche la nuova proprietà statunitense. Per questo il capocordata Thomas DiBenedetto ha dato mandato alla futura dirigenza (nello specifico il prossimo direttore sportivo Walter Sabatini, ndr), appena sarà insediata, di parlare con De Rossi, che ha un contratto in scadenza nel 2012. L’obiettivo è capire quanto il giocatore si senta ancora legato a Roma e alla Roma, scoprire i motivi che ultimamente lo hanno reso poco sereno e che, inevitabilmente, hanno inciso sul rendimento in campo. Di certo, la situazione legata a De Rossi sarà risolta prima dell’inizio della nuova stagione: o rinnoverà e si legherà praticamente a vita alla Roma, oppure lascerà l’Italia per andare a giocare in Spagna o Inghilterra.

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