Roma, l’evoluzione di Fonseca e l’importanza del triangolo Veretout-Pellegrini-Mkhitaryan

Roma, l’evoluzione di Fonseca e l’importanza del triangolo Veretout-Pellegrini-Mkhitaryan

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Foto Pruneti

FOCUS CGR – “Sto lavorando per adattarmi alle difficoltà del campionato italiano”. Mister Paulo Fonseca ha avuto un impatto forte sul mondo romanista, convincendo dentro Trigoria tutti, dai giocatori all’ultimo degli addetti ai lavori. Lo step successivo del suo ambientamento in Italia era la necessità di convincere osservatori esterni, tifosi e critici della bontà del suo calcio fatto di “pressing alto, possesso offensivo e dominio dell’avversario”. Il percorso è ancora lungo e tortuoso, con insidie che si presenteranno in ogni singolo match che la Roma affronterà da qui ai prossimi mesi, considerando il tempo fisiologico che occorre per mandare a memoria certi meccanismi (offensivi e difensivi) e allo stesso tempo amalgamare un gruppo semi-rivoluzionato (ma con raziocinio) da Petrachi.

GLI ACCORGIMENTI IN FASE DI POSSESSO – Rispetto alla prima Roma ‘fonsechiana’ apparsa col Genoa scintillante in attacco e pericolante dietro, al contrario troppo impaurita e schiacciata nel derby, ieri nella sfida contro De Zerbi e il suo Sassuolo, Fonseca ha attuato degli accorgimenti tattici che potrebbero risultare alla lunga lungimiranti e importanti. In fase di possesso palla, dall’analisi delle statistiche della Lega di Serie A sulle posizioni medie dei giallorossi, sono evidenziabili alcuni cambiamenti tattici che hanno certamente apportato dei benefici alla manovra offensiva: nella disposizione si nota come Florenzi abbia giocato mediamente più stretto e vicino alla coppia dei due centrali (Fazio-Mancini), con Cristante e Veretout davanti alla difesa, Kolarov molto alto sulla corsia mancina consentendo lo slittamento al centro di Mkhitaryan, con Lorenzo Pellegrini sul centro-destra e Kluivert largo sull’esterno, alle spalle di Dzeko.

Squadra corta, disposta sui 21 metri e con baricentro alto intorno ai 53 metri. Interessante nello sviluppo del gioco lo spostamento continuo di Veretout (10 km percorsi, il migliore nella classifica specifica è stato Cristante con 12), che ha giostrato spesso nella zona lasciata libera da Kolarov, agevolando il possesso palla e assorbendo da quella parte il pressing del Sassuolo, con cambi di gioco che hanno aperto sulla destra spazi importanti per Kluivert e Pellegrini. Dallo schema delle posizioni medie evidenziato in precedenza, è possibile tracciare anche un immaginifico triangolo tra il francese, Pellegrini e Mkhitaryan, più centrale quest’ultimo ma molto mobile sul tutto il fronte offensivo. Ne ha beneficiato il possesso palla così come la capacità di accompagnare l’azione offensiva con almeno 5 uomini.

ACCORGIMENTI IN FASE DI NON POSSESSO – Squadra cortissima in ripiegamento, con linea dei quattro dietro stretta per non concedere mai la profondità, i due mediani e i tre trequartisti a creare una linea di 4+1 con Mkhitaryan, Pellegrini e Kluivert a creare densità in zona centrale e Dzeko primo riferimento del pressing. “Abbiamo pressato bene, di squadra, con alcuni calciatori che hanno recuperato palla in zona offensiva mostrando grande efficacia”, ha affermato Fonseca al termine del match. In effetti è stata evidente, rispetto ai primi due match stagionali, la capacità della Roma di alzare un pressing collettivo sul fronte difensivo avversario, recuperando diversi palloni sulla trequarti, dai quali sono scaturiti i maggiori pericoli per la retroguardia del Sassuolo. Il migliore nella statistica è Veretout, con 6 palloni recuperati e 2 intercetti.

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