Si chiude con un mix di sentimenti l’avventura europea della Roma. Amarezza, rimpianto, orgoglio per un sogno che si infrange sul maledetto Liverpool che solo delusioni ha regalato nel corso della Storia giallorossa. Molto da recriminare anche perchè tra andata e ritorno ci sono quattro episodi arbitrali che condizionano non poco l’andamento della semifinale: due gol “reds” in fuorigioco, due rigori netti negati. Parlando di calcio giocato, c’è un nome che riassume i valori tecnici e morali messi in campo dalla Roma: Edin Dzeko. Il bosniaco mostra sul terreno di gioco tutta la sua immensa classe, trascinando da vero leader il gruppo nei momenti delicati della partita. Dopo il primo tempo, nel quale i giallorossi si trovano sotto per 1-2 regalando le due reti agli inglesi, il centravanti sale in cattedra mettendo innanzitutto in rete di sinistro il punto del 2-2. Poi è un susseguirsi di grandi giocate, con occasioni create per se ed i compagni, giocando di fino e di potenza, come testimoniano i 9 duelli ed i 5 contrasti aerei vinti. La tanta pressione messagli addosso dagli avversari fa si che pecchi un po’ di precisione nei passaggi, completando il 60,9% dei 23 passaggi tentati. Uno dei due rigori negati era su di lui, con un inesistente fuorigioco fischiatogli sull’azione di ripartenza. Chiude la sua stagione europea con 8 gol segnati, record ogni epoca per un calciatore giallorosso in Champions League e la sensazione che nelle notti che contano lui sia il vero valore aggiunto ed il Campione che la Roma non può minimamente pensare di vendere.
Voto: 8
