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Roma, obiettivo risparmio ‘parzialmente’ raggiunto: tra acquisti e cessioni la rosa giallorossa costerà 50 milioni in meno

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FOCUS CGR – “Il riscatto di Smalling e le possibili opportunità che il mercato offrirà”. E così è stato. Il diktat della nuova proprietà, risuonato il giorno del brindisi – lo scorso 17 agosto – con il quale si è sancito il passaggio di mano da Pallotta a Friedkin, aveva tracciato una strada chiara da dover percorrere, complice la delicata situazione dei conti ereditati. Si è chiusa ieri sera una difficilissima finestra di trasferimenti ‘estiva’ (nell’anomala data del 5 ottobre causa pandemia), con il giallo finale, fortunatamente risolto, del tesseramento di Smalling. Cinque i nuovi acquisti effettivi: Mkhitaryan, Pedro, Borja Mayoral, Kumbulla e appunto l’ex Manchester. A fronte di 13 cessioni (relative alla prima squadra) oltre ad una serie di giovani.

Inutile nasconderlo: l’obiettivo primario di Fienga – che ha condotto il mercato in prima persona senza l’ausilio di un direttore sportivo e affidandosi ad una serie di intermediari di fiducia – era quello di ridurre drasticamente i maxi costi di una rosa, lievitati nell’ultimo biennio intorno ai 200 milioni di euro tra ammortamenti e ingaggi al lordo. L’operazione che ha prodotto il maggior risparmio è stata quella di Schick, ceduto per una cifra pari a 26,5 milioni di euro con uno sgravio a bilancio di 14 milioni. La società ha incassato circa 47 milioni di euro, escludendo bonus e possibili riscatti a partire da giugno prossimo. Complessivamente la Roma ha ottenuto grazie a queste operazioni in uscita, un risparmio di circa 70,5 milioni di euro, che potevano esser di più se Fienga fosse riuscito a piazzare anche altri esuberi come Fazio, Jesus e Pastore, oltre magari ad ottenere delle formule a titolo definitivo (tramite obbligo di riscatto) per calciatori come Under, Kluivert e Florenzi le cui cessioni, ad oggi, non sono assicurate. Male sul fronte delle plusvalenze: la Roma ha realizzato appena 13 milioni di plusvalenze, a fronte di oltre 100 necessari (teoricamente) per riequilibrare le perdite precedenti. Al contrario i nuovi acquisti peseranno per circa 25 milioni tra ingaggi al lordo (con tassazione agevolata dal decreto crescita per Borja, Pedro, Mkhitaryan e Smalling) e quote di ammortamento relativamente basse, visto che solo l’inglese è stato acquistato a titolo definitivo (la quota annuale di ammortamento sarà di 5 milioni).

Capitolo monte ingaggi: lo scorso anno era pari a 116 milioni di euro (lordi), a cui vanno sottratti i circa 40 dei calciatori ceduti, compensati dai 17,5 dei calciatori in entrata, per un valore complessivo pari a 93-94 milioni. Al netto dunque di queste operazioni in entrata, la rosa della Roma nella stagione 20/21 costerà circa 150 milioni di euro, per un risparmio totale di circa 50 milioni. Quota che la Roma, grazie anche all’arrivo di un direttore sportivo operativo già nelle prossime settimane (Paratici e Berta i nomi nuovamente accostati in queste ore ai giallorossi), dovrà cercare di aumentare a gennaio con altre operazioni in uscita relative a potenziali esuberi, per arrivare a giugno a calmierare le nuove perdite di bilancio, che obbligatoriamente non potranno toccare le vette colpevolmente registrate a giugno scorso (-170 milioni).

 

 

 

 

 

 

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