Roma, punto fortunato e prezioso nel derby. I legni e l’umiltà di...

Roma, punto fortunato e prezioso nel derby. I legni e l’umiltà di Fonseca salvano i giallorossi (VIDEO FOTO)

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CGR A BOTTA CALDA Si va alla prima sosta delle nazionali, ancora vivi. Il titolo del post gara romanista è sostanzialmente questo. Dopo una settimana vissuta in apnea, il derby della capitale ha prodotto spettacolo, pali, grande ardore e un punto per parte. Non sono mancati lo spirito, la voglia, la tenacia, elementi emotivi che danno l’idea di un gruppo con una ‘vis pugnandi’ decisamente superiore a quella (azzerata) dello scorso anno, ma il livello complessivo della Roma è evidentemente ridimensionato rispetto a due anni fa, al netto di un cantiere ancora aperto (si spera non per molto). La squadra giallorossa, dopo la spregiudicata e squilibrata gara d’esordio contro il Genoa, si presenta con velleità ben diverse, in parte modificate dalla defezione dell’ultim’ora di Zappacosta. Una partita che viaggia soprattutto nei primi quaranta miniti su ritmi altissimi, con cinque pali (quattro per la Lazio, due per i giallorossi) che avrebbero potuto cambiare il volto all’intero match. In mezzo il gol dal dischetto di Kolarov – secondo in due partite di campionato – ad indirizzare ancora di più la gara verso uno spartito già chiaro alla vigilia.

L’UMILTA’ DI FONSECA E I SOLITI ERRORI – La Lazio più rodata e più consapevole fa la partita, la Roma ancora con tanti meccanismi da apprendere e con qualche timore di troppo difensivo prova a rispondere colpo su colpo. La strategia tattica dei giallorossi, costruita in settimana e confermata da Fonseca nel postgara, denota l’intelligenza di un tecnico che, conscio delle difficoltà attuali del suo gruppo (privo di già tre infortunati e ancora incompleto in alcuni ruoli fondamentali) ha cucito addosso ai suoi una veste tattica più umile e accorta. Linee strette, pressing raro sui tre centrali biancocelesti, grande densità centrale e compattezza in area di rigore. La Lazio sfruttando il triangolo Milinkovic-Correa-Luis Alberto mette più volte paura a Pau Lopez, ma la scarsa vena di Immobile e i quattro legni indirizzano il match verso il pari. Sull’altro fronte è Zaniolo il più sfortunato tra le fila giallorosse: due pali in fotocopia nel primo tempo, tanta ‘garra’ e il solito sprint lo incoronano il migliore in campo per i suoi, nonostante qualche errore eccessivo in fase di rifinitura dell’azione. Il gol della Lazio nasce da un altro errore in fase di disimpegno, questa volta di Kolarov,  un altro campanello d’allarme chiaro rivolto al tecnico lusitano: lavorare, lavorare, lavorare senza sosta sulla fase di possesso, consapevoli del fatto di non avere a disposizione però la qualità del City, del Barcellona o del Real Madrid.

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ATTACCO DA SISTEMARE – Sono mancate le punte: Dzeko spesso isolato, astuto e visibile solo nell’occasione del rigore procurato; Under completamente fuori dalla partita e sostituito al 65′. Benino Kluivert, soprattutto nella ripresa, ma eccessivamente leggero per la tipologia di gara richiesta. Il problema offensivo, celato dalle amnesie difensive di inizio stagione, potrebbe presto ripresentarsi. Difficile creare superiorità numerica se non si hanno a disposizione – colpevolmente – esterni d’attacco di grande qualità e rapidità. Under e il ‘bambino Kluivert’ non bastano, El Shaarawy è stato ceduto a fine giugno, Perotti è un infortunato cronico. In attesa di Kalinic (in arrivo a Fiumicino tra qualche ora) serve un miracolo dal mercato a 24 ore dal gong finale, sperando che Petrachi si attrezzi…

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