Roma, quanti sprechi. Le rimonte sono costate 20 punti

Roma, quanti sprechi. Le rimonte sono costate 20 punti

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C_27_articolo_98453_immagineprincipaleGAZZETTA DELLO SPORT – M. CALABRESI – Nel calcio, ma non solo, c’è un esercizio che è il più stucchevole di tutti, quello del «se». Riempirsi di rimpianti serve a poco, ma almeno fa riflettere. Al pari di un altro esercizio, più concreto, che sa spiegare i fatti più di ogni altra cosa: quello dei numeri. Per l’ennesima volta, la Roma si è trovata a dover gestire il vantaggio e non lo ha fatto, perdendo un altro treno per l’Europa. Non sarà l’ultimo, ma a forza di non considerarlo tale, le avversarie se ne vanno (e le altre perdono…). Cambiano proprietà, allenatori e giocatori, ma il dna resta: quando c’è da buttare giù il piede sull’acceleratore, sono più le volte che il motore si ingrippa. «Mai ‘na gioia», recitava uno striscione esposto prima di Roma-Juventus: come dargli torto?

VECCHIO COPIONE Con l’arrivo di Andreazzoli e l’opera di «normalizzazione», la storia si è ripetuta anche a Udine: la Roma rischia meno rispetto al passato, dà la sensazione di reggere, prende meno tiri in porta, ma alla fine viene puntualmente punita. Poi dici i numeri: con i due di sabato, sono addirittura 20 i punti persi in questo campionato partendo da una situazione di vantaggio, cinque di questi proprio contro l’Udinese, che se li è trovati in classifica più per grazia ricevuta che altro. È la prima volta che succede con Andreazzoli, ma era accaduto altre sette volte con Zeman. Quattro di queste avevano portato addirittura una sconfitta (Bologna, Udinese, Parma e Lazio), tre un pareggio (Sampdoria, Inter e ancora Bologna).

SALDO A onor del vero, tra i 44 punti della Roma (compresi i tre, benedetti, di Cagliari) ce ne sono anche dieci recuperati allo stesso modo dei 20 persi: da una situazione di svantaggio sono arrivati un pari con il Catania all’esordio (con i giallorossi che si erano trovati prima avanti e poi sotto) e tre vittorie contro Genoa, Siena e Atalanta, tutte in trasferta. C’è quindi una differenza di dieci punti: con quelli, la Roma si troverebbe a 54, seconda.

E INVECE…La realtà, però, è un’altra: la Roma è settima, di nuovo a sette punti dal terzo posto e con i soliti problemi. Da quello irrisolvibile di Osvaldo a quello dell’imprescindibilità di Totti, passando per gli errori difensivi e il non perfetto intervento di Stekelenburg sul gol di Muriel. Dire che è tutto da buttare, però, sarebbe ipocrita. La difesa a tre di Andreazzoli, anche sabato, ha fatto meno danni dei quattro di Zeman, a parte l’occasione dell’1-1, anche se i sette gol subiti in cinque partite col nuovo tecnico non sono un bel bottino: difesa che ha ritrovato Castan (sabato più felice per il rientro che rammaricato per il pareggio) e domenica contro il Parma — ma domani in Questura si discuterà del possibile rinvio — potrebbe ritrovare anche Marquinhos. Ma si è visto pure che Florenzi (che oggi compie 22 anni, auguri) può fare il trequartista e che Andreazzoli, in settimana, non aveva bluffato a provarlo lì. Sempre domani, invece, si capirà l’entità dell’infortunio di Torosidis, che ha concluso la partita ma potrebbe aver rimediato una lesione al flessore alla coscia sinistra. Per il greco, esami a Trigoria: per capire il motivo per cui alla Roma manca sempre un soldo per fare una lira, invece, altro che ecografia. Servirebbe lo psicanalista.

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