Roma, salva De Rossi!

Roma, salva De Rossi!

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daniele-de-rossi_venaCORRIERE DELLO SPORT – R. MAIDA – Qui non si tratta solo di sentimenti o di questioni tattiche. Qui è in ballo un patrimonio tecnico ed economico imprigionato in un rapporto umano inesistente. La gestione di De Rossi sta costando punti e soldi alla Roma, lontana dalla Champions League e non lontana da un altro anno senza Europa. E’ un problema che non può più essere trascurato, per nessuna ragione. (…)

LA DISTANZA – Qualcuno ha sbagliato in questa storia. Forse tutti, De Rossi compreso: con una serie di comportamenti e di prestazioni scadenti ha indirizzato le scelte di Zeman, che oggi lo tratta come una pedina da utilizzare a seconda che giochino Pjanic o Tachtsidis. (…)Nessuno chiede a Baldini o Sabatini di fare la formazione, ma solo di sfruttare il buon senso per convincere Zeman che gli schemi sono più belli quando sono accompagnati dagli uomini giusti al posto giusto. Ieri, durante il confronto di Trigoria, a Zeman è stato chiesto conto della questione. Zeman sostiene che De Rossi abbia giocato  «da De Rossi» soltanto una volta, contro il Milan prima di Natale (…)
NEUTRALITA’ – La Roma preferisce (per ora) non prendere una posizione decisa a favore di De Rossi, perché intende tirare le somme a fine stagione, confermando la fiducia a tempo a Zeman. Ma così si è infilata in un percorso di autolesionismo che non le può giovare nemmeno a lungo termine. Perché delle due l’una: 1) se l’idea è di continuare con De Rossi, che ha un contratto fino al 2017 da 6 milioni netti a stagione, dovrà necessariamente essere licenziato Zeman, a cui per la prima volta in carriera è stato chiesto di firmare per due anni; 2) se De Rossi andrà al Paris Saint-Germain, dove probabilmente lo chiamerà Mourinho e dove ha già deciso di andare in caso di addio alla Roma, il suo valore di mercato sarà sceso di molto rispetto all’estate scorsa.
CENTRALITA’ – Con questo non si afferma il principio che De Rossi debba giocare sempre, a prescindere, in ragione di quanto guadagna. Sarebbe la certificazione di un privilegio inaccettabile. Ma è corretto creare le condizioni per permettere a De Rossi di rendere al meglio delle proprie possibilità. Se De Rossi finisce in panchina perché insulta l’allenatore o i compagni, è giusto. (…) Ma se Daniele viene escluso per una questione tattica a vantaggio di Bradley, Tachtsidis e Florenzi, che insieme fanno 82 presenze in serie A contro le 294 di De Rossi, che nel frattempo ha vinto anche un Mondiale e giocato una finale dell’Europeo, è quasi uno schiaffo alla miseria. (…)

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