«Saltavamo facendo i cori, poi il crollo». L’ipotesi del guasto provocato dai...

«Saltavamo facendo i cori, poi il crollo». L’ipotesi del guasto provocato dai tifosi

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IL MESSAGGERO (L. BOGLIOLO) – «Stavamo andando allo stadio Olimpico per la partita, siamo saliti in metro, cantavamo cori e saltavamo poi la tragedia: la scala mobile ha preso velocità all’improvviso, siamo caduti uno sopra l’altro, in fondo le scale si sono come accartocciate, c’erano lamiere e sangue ovunque». Trema, scuote la testa, è bianco in volto e poco dopo avrà un mancamento. Nikita, 26 anni, è uno dei tifosi russi del Cska Mosca rimasto coinvolto nell’incidente di ieri, avvenuto poco dopo le 19.30 nella centralissima stazione della metro A di piazza della Repubblica, a Roma.
«Eravamo un centinaio….» riesce a dire Nikita. Accanto a lui c’è un altro ragazzo che mostra il video della tragedia: i tifosi, alcuni con felpe nere e cappucci sulla testa, la scala mobile che inizia ad accelerare, la folla che si accalca e poi i tifosi feriti alle gambe, ai piedi, incastrati tra le lamiere. «Noi non saltavamo, no jump! – continua a gridare il giovane – le scale hanno accelerato all’improvviso, siamo vivi per miracolo». Il filmato è stato pubblicato sul profilo Twitter del Cksa Mosca dove si legge: «La scala mobile con i tifosi era fuori uso, ci sono feriti gravi». Anche Daria una giovane russa di 28 anni afferma con forza tra le lacrime: «Non stavamo saltando, nessuno stava saltando… ».

SANGUE E LAMIERE – Samanta è una giovane impiegata romana: «La stazione metro Repubblica è stata chiusa e i militari dell’Esercito a presidio dell’area mi hanno detto che un gruppo di tifosi stava saltando sulle scale mobili che alla fine hanno ceduto». «Non so se stessero saltando – racconta un architetto che si trovava sulla banchina al momento dello schianto – sentivamo gridare, abbiamo visto pezzi di vetro a terra, c’erano tante bottiglie di birra, molti tifosi per la paura hanno iniziato a correre travolgendo chiunque – aggiunge – un incidente del genere non dovrebbe accadere, erano in molti, è vero, ma le scale mobili avrebbero dovuto sostenere il peso e gli urti provocati dai loro salti». «C’è stato un boato e le scale mobili sono collassate» racconta un altro tifoso russo. Sta correndo al Policlinico Umberto I, poco distante dal luogo della tragedia dove sono stati portati tre dei 23 feriti: sono i più gravi, BV, 37 anni, TD, 33 anni, e T.A. 27. Tra loro c’è un ragazzo che rischia l’amputazione di una parte del piede. Dal pronto soccorso si sentono le grida dei feriti, in particolare di una donna. Un altro ragazzo è steso su un lettino e respira attraverso una maschera di ossigeno. Altri sono stati portati in codice giallo all’ospedale San Giovanni.

«INTRAPPOLATI – «Sono rimasti intrappolati nelle lamiere delle scale mobili… è stato tremendo, c’era sangue, tanto sangue… mi sono salvato solo perché ero già arrivato alla banchina» la testimonianza di un altro russo che si stringe la testa tra le mani, ancora sotto choc.
Dopo circa un’ora, mentre la sirena dell’allarme sotto la metro continua a stordire, ci sono ancora sei feriti. «Stiamo per portarli via, fortunatamente non sono feriti gravi» il racconto di un vigile del fuoco. Lamiere accartocciate, sangue, bottiglie di birra e vetri sulla scala mobile, viaggiatori scioccati: soltanto alle 21 tutti i feriti sono stati soccorsi e portati all’ospedale. Quattordici le ambulanze arrivate per trasportare i feriti negli ospedali. E immancabilmente si è subito diffusa la voce di un attentato. «Credevo fosse esplosa una bomba – il racconto di Emanuela, 27 anni, studentessa – in metro ci hanno soltanto detto che la stazione Repubblica era chiusa, poi ho visto i vigili del fuoco, la polizia e i carabinieri».
La stazione è stata posta sotto sequestro dalla polizia che ha effettuato rilievi per tutta la sera al fine di accertare le cause dell’incidente. Molti dei tifosi russi che ieri erano a piazza della Repubblica erano chiaramente sotto l’effetto dell’alcol, nonostante la rigida ordinanza scattata in tutto il centro storico di Roma proprio in occasione dell’incontro di Champions allo stadio Olimpico che vietava il consumo e la vendita di alcolici. «Ubriachi o no, in una città come Roma non è possibile che una scala mobile ceda e metta a rischio la vita delle persone, ci sono anche feriti gravi, il problema della sicurezza è enorme in metro e siamo noi viaggiatori a rimetterci» il grido di rabbia ieri di molti romani, rimasti ancora una volta a piedi.

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