Se la nona non basta «Totti è unico Meritava anche questo record»

Se la nona non basta «Totti è unico Meritava anche questo record»

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TOTTIGAZZETTA DELLO SPORT – A. PUGLIESE – Chi lo vuole sminuire dice che quei 9 gol sono arrivati in 37 partite e che, a conti fatti, è lui il giocatore della Roma che ha perso più derby di tutti, ben 14. Chi invece ne vuole esaltare l’ennesimo record, si coccola quel 9° gol segnato lunedì sera in un derby, rete che ha permesso a Totti di arrampicarsi in testa alla classifica dei goleador giallorossi da derby. Francesco è accanto a Marco Delvecchio e Dino Da Costa, il brasiliano che in realtà di gol ne ha segnati 12 (tra Coppa Italia e la gara per l’assegnazione della Coppa Zenobi, anche se lui se ne assegna anche un 13° — deviazione di Janich e autorete biancoceleste — tanto da scriverci su anche un bel libro).

TESTIMONE Delvecchio e Da Costa erano lì, all’Olimpico, tanto da andare a prendersi anche i giusti applausi sotto la Curva Sud, immediatamente dopo la fine del riscaldamento pre-gara della Roma (a Trigoria è in prova Ricardo Vaz, attaccante portoghese di 18 anni dell’Estoril). Quasi un passaggio di consegne ideale, un testimone da mettere nelle mani di Francesco. «Mi ha fatto molto piacere vederlo, l’ho salutato prima che entrasse in campo — dice Da Costa — Andare sotto la curva è stato emozionante, peccato non aver potuto fare il giro di campo per motivi di opportunità e sicurezza. A Francesco invece auguro di giocare ancora molto e di segnarne altri di gol al derby. Lui in Italia è unico e nessun altro è attaccato alla maglia della Roma come Francesco». Già, cosa che si è vista anche nel derby, soprattutto nel primo tempo, quando Totti era uno dei pochi a metterci voglia e cuore. «L’ho visto combattere, tornava spesso anche in difesa — continua Da Costa — Peccato ci sia stato Marchetti, che su di lui ha fatto grandi parate. La Lazio è stata fortunata ad avere un portiere così. Alla fine è stato un pareggio giusto, anche se la Roma nella ripresa avuto molte occasioni per poterla vincere».

SIMBOLO Se i gol di Da Costa sono arrivati quasi sessanta anni fa, quelli di Delvecchio sono praticamente contemporanei di Totti. «Sono contentissimo per Francesco, lui si merita di superare record dopo record — dice Supermarco — Sono stato raggiunto da un simbolo, non da uno qualsiasi. Era ovvio che questo momento arrivasse, spero che Francesco ne faccia altri. Magari anche uno nella finale di Coppa Italia, se la Roma dovesse arrivarci». Lui, invece, ha rischiato di non arrivare allo stadio lunedì, intrappolato nel traffico. Tanto che il primo giro sarebbe toccato proprio a lui ed invece il suo ritardo ha fatto sì che l’applauso della sua gente arrivasse dopo il riscaldamento della squadra. «Ho visto la squadra nel tunnel, ho parlato un po’ con Totti e De Rossi ed ho visto una Turra commossa. Tornare sotto la Sud è stato bello, soprattutto quando hanno proiettato le immagini dei miei gol. Il gesto delle orecchie? Lo volevano alcuni tifosi». Chissà, magari se ci fosse stato lui, il risultato alla fine sarebbe stato diverso. «Io i gol falliti da Lamela e Florenzi li avrei fatti. Erik è sembrato un difensore perfetto, era più difficile sbagliare che segnare, Florenzi doveva alzarla, forse ha peccato un po’ d’esperienza. E quel rigore di Hernanes mi ha ricordato quello di Floccari, un po’ ci avevo sperato». Comunque vada, Supermarco resterà un uomo da derby. Anche se Totti volerà ancora più su.

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