Serie A, per la ripresa il rebus del protocollo sanitario sui match

Serie A, per la ripresa il rebus del protocollo sanitario sui match

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Fino ad ora il braccio di ferro si è risolto così: il ministero degli Interni ha dato il via libera anche agli allenamenti per gli atleti di sport di squadra, ma il Ministro dello Sport Vincenzo Spadafora ha chiarito come il limite del 18 maggio resti inflessibile per ipotizzare allenamenti di gruppo.

Come riporta il Sole24Ore, il vero nodo da sciogliere riguarda il protocollo sanitario relativo alle 124 partite ancora da disputare (dai trasporti alla logistica) e le conseguenti responsabilità in caso di contagio. Come gestire nuovi casi di positività all’interno di una squadra è il punto centrale. In caso di nuovi contagi, ammesso che la Serie A riprenda a giocarsi, ci sarebbe necessità di sospendere nuovamente il torneo per la sicurezza di tutti.

C’è poi la questione diritti tv: se il campionato non si porta a termine i club rischiano di non vedere l’ultima tranche dovuta (?) da Sky e Dazn alle varie società. Le televisioni hanno in realtà già chiesto un cospicuo sconto. E intanto si fanno strada nuove ipotesi, ad esempio l’intervento di società esterne – come la Blackstone – che immettano liquidità nelle casse dei club sotto forma di prestiti ponte. Il problema però si pone soprattutto per l’incertezza che si creerebbe sui futuri incassi qualora si scatenasse un contenzioso legale, dai tempi non certo brevi, con gli attuali broadcaster e intermediari.

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