Spalletti: “Sono tornato perchè amo la Roma. Niente alibi ai giocatori. Abbiamo...

Spalletti: “Sono tornato perchè amo la Roma. Niente alibi ai giocatori. Abbiamo bisogno della Sud. Credo nella risalita” (FOTO)

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Prima conferenza stampa da nuovo tecnico della Roma per Luciano Spalletti, che domani contro il Verona farà il suo esordio bis sulla panchina dei giallorossi. Queste le parole rilasciate ai cronisti dall’allenatore di Certaldo:

Parla inizialmente il dg Mauro Baldissoni: “Il cambio d’allenatore è la certificazione di qualcosa che non sta funzionando, allo stesso tempo è però subito una soluzione, che si spera porterà entusiasmo e contribuirà a far meglio. Gli obiettivi della Roma non cambiano, migliorarsi ogni giorno per competere ad alti livelli. Un ringraziamento ancora a Rudi Garcia per i risultati, ma soprattutto per il lavoro svolto e la passione che ci ha messo. Passione che metterà anche il nuovo allenatore. Non c’è bisogno io che vi dica chi è Luciano Spalletti, c’è però una curiosità che mi ha colpito. C’è Tonino Cagnucci che ha scritto un libro intitolato “Le 100 partite che hanno fatto la storia della Roma”, e di queste 7 erano sotto la guida di Spalletti. Do il bentornato quindi a Luciano Spalletti”

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Dopo 3 giorni di lavoro conferma le buone impressioni avute all’inizio?
Spalletti: “Buonasera a tutti, è un piacere ritrovarvi. Io sono tornato qua perché ho già allenato la Roma e so quanto è bello allenare questa squadra in questa città. Naturalmente ci vorrà tempo per essere al passo di quelle che sono state le migliorie, le cose nuove che sono state create qui a Trigoria. È per questo che ho deciso di rimanere a dormire qui, così le imparo prima. La buona impressione è stata il primo allenamento perché viene quasi naturale, ma si è confermata nel secondo e terzo allenamento, e non me l’aspettavo perché credevo di trovare più confusione. Invece ho trovato ragazzi attentissimi, vogliosi e questo è il miglior messaggio che potevo ricevere. Quando c’è il cambio d’allenatore si può rischiare di trovare qualcuno amareggiato, invece non è stato così. Anche a me dispiace per Garcia, ha fatto buone cose, ha fatto dei record qui e si accorgerà che non è il primo ad essere esonerato. Farà bene nella sua carriera, in bocca al lupo”

Lei sta lavorando più sulla testa o sulla tattica?
“Mi avevano detto che sarebbe affiorata questa cosa nei ragazzi, che il problema fosse la preparazione. Io sono convinto che in questo calcio qui il temperamento, i segnali che da la testa alle gambe sia più importante del contrario. La preparazione è una cosa ampia, vanno inclusi anche i periodi passati fuori dalla squadra, privatamente. In questo lavoro si cerca la strada più breve, e quella più breve non è sicuramente rifare una preparazione che dura da tre mesi. I giocatori non hanno alibi, noi siamo in ritardo e abbiamo solo un’uscita: quella di vincere. O si vince o tutte le persone che ieri erano in aeroporto per salutarmi fra due mesi mi prendono per l’orecchio e mi fanno fare un giro della città, anche se già la conosco (ride ndr)”

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Quali sono stati i momenti più emozionanti di questo ritorno?
“Il momento particolare è stato quando sono tornato a Trigoria e ho rincontrato alcune persone. Le squadre di questo livello sono composte da due team: quella che va in campo e quella attorno, che non si vede, ma che contribuisce a rendere migliore il lavoro. È una forza importante che bisogna tenere in considerazione”

Quanto tempo servirà per vedere la Roma che lei desidera?
“Si passa sempre attraverso la squadra. Io spero subito perché altrimenti diventa un problema. Le altre vanno forte e noi siamo in ritardo. Non c’è altra strada, bisogna partire forte e riappropriarci delle nostre qualità. Mi aspetto da domani una reazione prontissima, quella che è la stoffa di questa squadra”

Ai giocatori cosa ha chiesto: puntare allo scudetto o basterebbe il terzo posto?
“Pensavo non mi faceste questa domanda (ride ndr). Il primo impatto deve essere la prima partita, la prima settimana di lavoro, quello che la squadra riesce a cambiare velocemente. I momenti sono importanti, e se mancherà il primo passaggio sarà sempre più difficile vedere gli altri”

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Dove vede meglio Florenzi? Pjanic può fare il regista? Gervinho può essere importante anche per lei?
“Florenzi è un 2 o un 7? Secondo me è un 3 e mezzo, un 4 e due quarti. Quando ho visto giocare la Roma l’ho visto giocare benissimo dappertutto. Quando sono tornato ho rivisto la squadra, e la nostra è una squadra di livello. Ci sono meno rigidità su quelli che sono i modi di stare in campo. Non ci sono più moduli standard come prima, ci sono calciatori che cambiano posizione e variano gli schieramenti in campo. Si è sviluppato un gioco più totale, di squadra. Faccio l’esempio del Napoli, della Fiorentina, dell’Empoli o del Torino di Ventura. Quest’elasticità è quello che ci avvicina di più al calcio europeo”

I presupposti che la convinsero a dimettersi anni fa sono ancora qui?
“Io son venuto qui perché allenare la Roma è bellissimo, il resto è tutto cancellato. Per me è tutto nuovo. Poi me l’hanno chiesto di tornare tre tifosi speciali a cui non potevo dire di no, e sono i miei figli”

Ha parlato con Sabatini del mercato? Cosa ne pensa di lavorare assieme a un ds che ha sempre dichiarato di fare lui da solo le scelte principali?
“Devo prima valutare quelli che ci sono qui. Se sono stati scelti dalla Roma e da Sabatini, che è un grandissimo ds, sicuramente le qualità le hanno. Poi naturalmente ci sarà un confronto e parleremo delle cose che si possono aggiustare e dove si potrà migliorare. Avevo preparato un regalo per Sabatini, ma per ora lo tengo per me”

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Qual è il regalo che vuole portare a Pallotta a fine stagione? Che ruolo avrà Totti in questa rosa?
“A Pallotta gli porto una magliettina della curva perché quella che aveva era un po’ stretta, perché sarebbe segno anche che la Roma è cresciuta, è migliorata. L’obiettivo che ha lui è lo stesso che abbiamo noi. Francesco quando ho allenato la prima volta la Roma è stata la prima persona che ho incontrato. Ho cercato di non disturbare le sue qualità e ora sarò in sintonia con quello che feci la prima volta. Sul contratto è una cosa che riguarda lui e il presidente”

Il 4-2-3-1 che utilizzò la prima volta era fatto apposta per degli interpreti? È giusto pensare che non bisogna fossilizzarsi su quel modulo e aspettarci di vedere un gioco diverso?
“Si ha ragione. Andando fuori ho imparato a conoscere anche qualcosa di nuovo. Il 4-2-3-1 sarà riproponibile, ha fatto cose memorabili. Ogni tanto mi sono eccitato a vedere giocate del genere in allenamento. Ho visto anche altri aspetti interessanti nel corso della mia carriera e le potremo utilizzare. La squadra deve essere apertissima a recepire le belle notizie e a metterle in pratica”

Questa Roma è una squadra particolare dal punto di vista societario rispetto alle altre società italiane. Lei aveva dei dubbi? Come ha fatto Pallotta a toglierli in 24 ore?
“Non è dipeso da quello che loro hanno messo sul piatto. A me faceva piacere tornare alla Roma e ho accettato subito. Una volta che hai un confronto naturalmente inizi a fare delle richieste, e quello sarà fatto la prossima settimana. Ho avuto anche altri contatti con altre società in passato, ma non mi hanno convinto. La differenza la facciamo noi, lui è uno che ha un sentimento e una passione sfrenata per questa città e per questa squadra. Ve lo posso assicurare io che l’ho visto girare per casa. Quelli che vestono la maglia della Roma devono percepire l’amore che c’è per questa squadra, e io sono sicuro che l’hanno fatto. Francesco sono convinto che lo ha fatto capire”

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Come ha trovato la squadra dal punto di vista tattico? Come sta Castan?
“Garcia ha fatto un buon lavoro perché hanno giocato partite splendide. Lui ha un credo calcistico e ha fatto tutto quello che doveva fare. Io probabilmente cambierò qualcosa, ma l’obiettivo è sempre lo stesso: dare continuità a questa squadra, farla giocare sempre ad alti livelli, sempre meglio dell’avversario. Come detto, ormai è un calcio meno rigido e questi giocatori sanno adattarsi. Io credo che la forza principale di una squadra sia il centrocampo, perché da lì passa il 90% del match, e noi abbiamo un centrocampo fantastico. Strootman sta migliorando tutti i giorni. Di Leo ho guardato gli allenamenti, ho sentito il parere degli altri e poi il suo. Ho chiesto come stai e lui mi ha risposto bene. «E se domani ti metto?» «Farò una grandissima prestazione» mi ha risposto”

Chi è il playmaker della Roma? Rudiger può fare anche il terzino destro?
“Di playmaker ne abbiamo quattro, lo sa fare De Rossi, Pjanic, Vainqueur. Abbiamo tanti calciatori in grado di prendere per mano la squadra. Anche Pizarro era un trequartista inizialmente e noi l’abbiamo fatto diventare un grande regista. Ora abbiamo calciatori che sanno interpretare benissimo più ruoli. Un paio d’allenatori mi hanno fatto l’in bocca al lupo, uno di questi è Carlo Ancelotti. E lui mi ha già chiesto tre quattro dei nostri centrocampisti, perché anche lui li considera straordinari. Rudiger sa fare benissimo anche il terzo centrale, come già successo in Nazionale. Ciò lo spinge ad allargarsi naturalmente sull’esterno”

Che idea si è fatto sullo sciopero della Sud? Vuole mandare un messaggio ai tifosi?
“Questa vicenda mi dispiace tantissimo. Non ho potuto approfondirla, ma ti ferisce il cuore vedere lo stadio vuoto. Per le grandi risalite ci vogliono più qualità: uno di questi è avere una grande squadra. Se andiamo a vedere il cammino degli altri notiamo un grande gioco e rimontarli è difficile, anche se la Juve ha dimostrato che è possibile. In secondo luogo ci vuole una grande società, poi un allenatore che fa meno danni possibili, e poi i tifosi, una curva strapiena che ruggisce, che canta un inno prezioso come “Grazie Roma”. Senza questa componente perderemo una spinta importantissima. Loro mi hanno mandato messaggi d’affetto durante la mia assenza e ora io ho bisogno di loro per questa risalita”

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Teme il confronto con la sua prima annata?
“Non l’ho neanche presa in considerazione. Sono sicuro di quello che ho allenato, che era una buona squadra, e sono altrettanto sicuro che anche questa sia un’ottima squadra. Bisogna proporre un buon calcio, in grado di gareggiare contro chiunque. Per quello che ho visto in questi giorni ci possiamo arrivare velocemente. In tutte le squadre che ho allenato ho sempre avuto l’attaccante che sa tagliare sul primo palo perché sul secondo non arrivava mai. Ora abbiamo Dzeko, che è in grado di arrivare su queste palle sul secondo palo. Se mi avessero chiesto di comprare un attaccante avrei scelto proprio Edin”

Come ha trovato De Rossi? Ci ha parlato?
“Certo che ci ho parlato. Daniele diventa fondamentale perché ha esperienza, ha qualità ed è uno dei pochi a cui puoi chiedere più cose. Lui mi ha dato la sua disponibilità”

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